IL LINGUAGGIO COME ATTO POLITICO

A cura di Giulia Raviglione

Lo scorso 21 Marzo, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha inviato una circolare a tutte le scuole italiane per vietare l’uso dell’asterisco e della schwa nelle comunicazioni ufficiali. L’obiettivo del provvedimento è quello di garantire il rispetto delle regole della lingua italiana, in quanto “l’uso di segni grafici non conformi rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione”.

Ma cosa sono? A cosa servono?

La schwa (ə) e gli asterischi (*) sono due strategie utilizzate per rendere il linguaggio più inclusivo rispetto al genere, evitando il maschile sovra-esteso o il binarismo di genere tradizionale (maschile/femminile). Sono stati scelti quindi per rappresentare il genere neutro, che si applica per tutti

Il dibattito riguardante il linguaggio inclusivo è molto acceso e pieno di sfaccettature. Non riguarda solo gli attivisti della comunità LGBTQ+, ma è un tema discusso anche da intellettuali e scrittori e in ambito politico.

Per approfondire le varie posizioni servirebbe un articolo a sé, ma vorrei concentrarmi piuttosto sul fatto che il linguaggio è (anche) un atto politico

Partiamo dal constatare il fatto che il linguaggio è un organismo vivo, un processo in continua evoluzione, che si adatta nel tempo alle varie esigenze sociali e culturali, in maniera del tutto spontanea. Tuttavia, ci sono stati diversi casi in cui la politica ha cercato di imporre esplicitamente dei cambiamenti alla lingua, si tratta del fenomeno del dirigismo linguistico.

Uno degli esempi di dirigismo linguistico è quello del regime fascista, estremamente nazionalista, si imponeva su ogni aspetto della vita della popolazione e tra questi anche la lingua. Con l’intento di rafforzare l’identità nazionale cercò di contrastare l’uso dei dialetti e vietò l’uso di parole straniere, mettendo in atto un processo di “italianizzazione” della lingua.

Un esempio più recente è quello di Javier Milei, l’attuale presidente argentino di estrema destra, che ha vietato l’uso del linguaggio inclusivo nella pubblica amministrazione; ha vietato “tutto ciò che riguarda una prospettiva di genere” e ha introdotto l’uso di termini come “idiota”, “imbecille” o “ritardato” per riferirsi alle persone con disabilità.

Infine, secondo un’indagine del New York Times, l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha emesso una lista di “parole proibite”, rimuovendole da documenti ufficiali, siti web e comunicazioni governative, in un’ottica conservatrice. Include termini legati ai diritti civili, alle questioni di genere, all’inclusione e alla crisi climatica. Insomma, tutto ciò che riguarda l’attivismo e la cultura “woke” tanto temuta da Trump e i suoi sostenitori.

Lingua e ideologia

Secondo l’Accademia della Crusca le imposizioni linguistiche poste dall’alto hanno di rado effetti duraturi; tuttavia, stiamo assistendo a una politicizzazione del linguaggio, per cui alcuni termini, regole grammaticali o espressioni vengono attribuite a una determinata ideologia e chiunque li utilizzi viene immediatamente riconosciuto come appartenente o meno alla categoria politica di riferimento.

Dal caso della scelta del Ministero dell’Istruzione, da cui siamo partiti, possiamo dedurre una presa di posizione ben chiara, che allinea l’amministrazione pubblica alla tendenza conservatrice del Governo.

Il linguaggio è potere, ogni parola che scegliamo di utilizzare può influenzare il nostro modo di vedere, pensare e comprendere la realtà. Per questo anche nella comunicazione politica la scelta del linguaggio è uno strumento fondamentale, nulla deve essere lasciato al caso.

Fonti

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/21/il-ministero-dellistruzione-vieta-luso-dellasterisco-e-della-schwa-nelle-comunicazioni-ufficiali/7923243/

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/un-asterisco-sul-genere/4018

https://www.treccani.it/enciclopedia/lingua-del-fascismo_(Enciclopedia-dell’Italiano)/

https://www.treccani.it/enciclopedia/politica-linguistica_(Enciclopedia-dell’Italiano)/

https://elzevirus.it/il-linguaggio-politicizzato/

https://www.lastampa.it/rubriche/diversity-editor/2024/03/01/news/argentina_milei_divieto_linguaggio_inclusivo-14111201/

https://www.wired.it/article/parole-proibite-amministrazione-trump-elenco/