Le regole per una comunicazione interna sportiva efficace

A cura di Filippo Faldon e Bianca Maria Landini

Le società sportive professionistiche sono aziende a tutti gli effetti e come tali hanno tutto l’interesse a curare attentamente la propria immagine. Non possono, in particolare, permettersi di ignorare i pubblici che stanno in seno all’organizzazione, non curando la comunicazione interna.

Le società sportive di punta sono, ad oggi, esposte ad una pressione mediatica elevatissima. Per resistere a tutte le sollecitazioni di media e tifosi (propri e avversari) che arrivano 24 ore su 24, soprattutto attraverso i social media, è necessario creare compattezza tra i componenti dell’organizzazione. Questa si raggiunge comunicando in maniera coerente gli obiettivi e la strategia organizzativa. Solo così si ottiene una situazione in cui ogni tassello dell’azienda è alla stessa pagina.

Come viene descritto all’interno del Modello per la Comunicazione Strategica dello Sport (Paul M. Pedersen, Pamela C. Laucella, Edward Kian, Andrea Nicole Geurin; 2007), all’interno del processo comunicativo sportivo, si vedono protagonisti due componenti: la comunicazione personale e la comunicazione organizzativa.La comunicazione intra organizzativa si compone di tutte le relazioni intrapersonali e interpersonali che si intrecciano all’interno dell’azienda. Questa rete di relazioni va gestita attraverso un piano di comunicazione interna che attraverso i suoi strumenti tipici permette di evitare situazioni di disgregazione interna che portano a danni all’immagine dell’intera organizzazione una volta che trapelano all’esterno.

Per esempio, il caso di una pessima comunicazione interna è quello che riguarda l’ex allenatore dei Lakers, Frank Vogel. Nell’aprile del 2022 gli è stato annunciato durante una conferenza stampa post-partita dai giornalisti che era stato licenziato. La sua reazione colorita, ma comprensibile, (“Non mi hanno detto un c***o!”) ha restituito una pessima immagine corporativa.

Nonostante si tratti di una delle franchigie più gloriose e ricche della storia dello sport americano, il comportamento tenuto nei confronti dell’allenatore è stato eticamente scorretto e ha portato alla luce evidenti problemi di comunicazione interna.

Al contrario, un ottimo esempio di buona comunicazione interna è il piano messo in atto dal Junior Tennis Milano. In questo caso, è stata riconosciuta la necessità di comunicare efficacemente con allievi, frequentatori, genitori e agonisti, sfruttando le migliori tattiche che la comunicazione interna offre. Attraverso l’introduzione di un canale bidirezionale come i social network, si è posto l’accento anche sull’ascolto dei pubblici interni, considerandoli parte integrante nello sviluppo di un ambiente motivato (attraverso la condivisione dei risultati degli incontri), dinamico (sfruttando una piattaforma digitale) e coeso.

In conclusione, sia per le grandi aziende che per le piccole organizzazioni la comunicazione interna gioca un ruolo chiave nel mondo dello sport. Ignorare questo fatto può portare a figuracce mediatiche a prescindere dal proprio status, mentre riconoscerlo può far fare all’organizzazione passi importanti verso una crescita reputazionale tanto interna quanto esterna.