IA ED ELEZIONI: come l’IA crea disinformazione elettorale nell’era dei deepfake

Di Beatrice Maestroni

Il 2024 rappresenta un anno da record per le elezioni politiche, con oltre 70 Paesi in tutto il mondo che chiameranno i propri cittadini alle urne. Sarà quindi un anno all’insegna del voto, che dovrà, però, tenere conto di un’influenza senza precedenti da parte dell’Intelligenza Artificiale. A tal proposito, un fenomeno in particolare sta generando timore nel mondo politico: un’ondata di deepfake legati alle elezioni in Europa e Asia sta attraversando i social media da mesi, fungendo da avvertimento per i Paesi che voteranno quest’anno.

Cosa sono i deepfake e qual è il loro potenziale impatto sulle percezioni e sul comportamento elettorale? Perché l’uso dell’Intelligenza Artificiale suscita maggiore preoccupazione rispetto ad altre pratiche elettorali maligne?

I Deepfake sono foto, video e audio creati grazie a software di Intelligenza Artificiale che, partendo da contenuti reali, riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce.

Così il Garante per la Protezione dei Dati Personali definisce i deepfake, prodotti dell’IA che oggi rappresentano una minaccia alla disinformazione elettorale e che rendono facile per chiunque abbia uno smartphone e un po’ di immaginazione creare contenuti falsi volti ad ingannare gli elettori. Tali usi fraudolenti dell’IA, attualmente incontrollati e alla portata di tutti, violano il diritto fondamentale degli elettori di prendere delle decisioni informate. Oltre ad influenzare la percezione dei candidati da parte dei cittadini, deepfake e IA vengono utilizzati sempre più frequentemente per manipolare l’amministrazione delle elezioni, diffondendo disinformazione per reprimere l’affluenza alle urne. Gli attori malintenzionati, per esempio, possono utilizzare gli strumenti dell’IA per creare e distribuire messaggi falsi in modo convincente su dove e quando votare, o per scoraggiare gli elettori dal presentarsi ai seggi.

I deepfake sono ovunque e possono anche celarsi dietro normali robocall, ossia chiamate automatiche che trasmettono messaggi preregistrati tramite software di composizione automatica. Un esempio lampante si è verificato nel gennaio 2024 quando, poco prima delle elezioni primarie del New Hampshire, un robocall che simulava la voce del presidente Joe Biden, invitava gli elettori a non partecipare a tali elezioni, suggerendo falsamente che avrebbero dovuto salvare il loro voto per le elezioni generali del 2024 a novembre.

Pratiche di questo tipo spaventano e tale paura risiede soprattutto nella velocità e nella portata dell’Intelligenza Artificiale. Il timore è, quindi, che la disinformazione possa indebolire la fiducia nella legittimità delle informazioni e, conseguentemente, nell’intero sistema elettorale. In un panorama in cui la fede nel sistema elettorale tende ad affievolirsi, il progetto democratico corre il rischio di sgretolarsi ad un ritmo disarmante.