Come saranno le città del futuro?

a cura di Michelle Guzzo

L’emergenza legata al Covid-19 ha cambiato il modo in cui viviamo la vita urbana, trasformando il rapporto tra uomo e città. La pandemia e le conseguenti misure restrittive, imposte per contenere la diffusione del virus, hanno accelerato la trasformazione digitale delle città italiane. Nell’anno del Covid-19, Firenze e Bologna sono state premiate come le città più digitali d’Italia, secondo la classifica ICity Rank 2020, dimostrando il consolidamento della nuova tendenza delle Smart Cities.

Queste città, altamente “hi-tech”, mirano alla realizzazione di sistemi che permettano una gestione intelligente di tutte le risorse coinvolte a livello urbano; da quelle energetiche a quelle economiche, per costruire metropoli sostenibili, efficienti, sicure e inclusive.

Uno degli aspetti principali, infatti, riguarda la partecipazione dei cittadini, i quali vengono coinvolti e resi componenti proattivi della nuova urbanizzazione, assumendo ruoli strategici per un corretto ed efficace funzionamento di tutte le infrastrutture. Gli abitanti delle Smart Cities, quindi, potranno segnalare direttamente dai propri device, eventuali problemi o inviare richieste riguardo i sistemi che costituiscono il tessuto tecnologico delle città in cui vivono, in cambio di un’alta capacità di connessione e di fruibilità della rete.

Ciò sarà reso possibile grazie all’uso della tecnologia 5G, che non solo consentirà ai cittadini di collegarsi alla rete in qualsiasi momento, ma renderà possibile il funzionamento e la circolazione dei veicoli a guida autonoma che popoleranno le strade di queste metropoli tecnologiche. La mobilità sarà rivista e riprogrammata in chiave green, costruendo parcheggi intelligenti, usando automobili elettriche e favorendo i viaggi condivisi attraverso le pratiche di car e bike sharing, per risparmiare denaro e ridurre l’inquinamento ambientale.

Un altro aspetto riguarda l’uso di tecnologie di videosorveglianza e di controllo, che verranno installate soprattutto nelle aree ad alta criminalità, al fine di aumentare il livello di sicurezza generale delle comunità.

Nonostante i vantaggi e le comodità, l’idea di un futuro in cui le tecnologie più moderne siano alla base del funzionamento e della gestione delle città, sta già sollevando alcune critiche, poiché si teme che questa nuova forma di vita cittadina possa aggravare il divario tra ricchi e poveri, o che i sistemi di sorveglianza possano minacciare seriamente la tutela della privacy, con il rischio di ritrovarsi a vivere in un sistema panottico, dove ogni attore è riconoscibile e ciascuna azione diventa visibile.

La sfida, in questo senso, è quella di migliorare la vita delle persone, sfruttando le enormi potenzialità che la tecnologia ha da offrire, mantenendo sempre al centro di qualsiasi scelta e operazione, la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini.