La parola della settimana: BRAND AWARENESS

A cura di Alessia Selvatici

brand awareness

Vi è mai capitato di osservare un logo di un determinato brand, ed essere in grado di associarlo immediatamente al marchio di riferimento, nonostante non sia specificato il nome di quest’ultimo?

Questo succede quando un brand ha creato una tale consapevolezza di sé nel pubblico che non ha bisogno di specificare il proprio nome sotto al logo per farsi riconoscere.

Per esempio, durante la fase di rebranding, Nike ha ritenuto che il loro pubblico conoscesse il logo così bene da escludere il nome del marchio. Questo è ben visibile negli ultimi 5 secondi dello spot dal titolo “You can’t stop us”, in cui appare solo il celebre baffo, senza nessun riferimento al nome del marchio. Si è trattato di una mossa coraggiosa che ha rappresentato un momento di svolta per l’azienda.

Questo è un esempio di “Brand awareness”, che tradotto letteralmente significa “consapevolezza del marchio”. Infatti, il termine si riferisce alla notorietà di una marca, ovvero al suo essere riconoscibile nella mente degli utenti.

Un altro esempio di brand awareness è Coca-Cola.

Molto probabilmente sapete che aspetto ha il logo Coca-Cola, che forma ha la bottiglia di vetro e sapete anche che è la bevanda preferita di Babbo Natale.

L’azienda ha fatto affidamento sulla propria brand awareness per rendere autonomo il proprio marchio.

Quelli appena citati, sono solo alcuni dei tanti esempi di aziende che hanno investito milioni di dollari in campagne volte ad aumentare la brand awareness, con l’obiettivo di rendere un prodotto o un servizio più familiare al pubblico e, di conseguenza, aumentare sia il numero di potenziali clienti che il proprio fatturato.

 

Per ulteriori approfondimenti, leggi il nostro articolo “La fmri in azione – Pepsi vs Coca-Cola”.