19 Feb Mila: adolescente o personaggio pubblico?
di Stefano Ricci
Da inizio febbraio in Francia è scoppiato un caso che sta facendo eco in tutto il Paese. È quello di Mila, l’adolescente che ha pubblicamente pronunciato dure parole nei confronti della religione Islamica. Il fatto si è consumato su Instagram, quando, durante una diretta sul proprio profilo, la ragazza è stata offesa per la propria sessualità. La sua reazione, a quel punto, è stata quella di contrattaccare il suo aggressore (virtuale), offendo l’Islam, la religione di appartenenza del suo connazionale. Da qui il caos: la ragazza è stata minacciata e sono stati diffusi l’indirizzo della sua abitazione ed il nome del Liceo che frequenta. Rendendo, così, necessario l’intervento dello Stato per mettere sotto protezione Mila.
Oltre al fatto in sé, come relatori pubblici siamo chiamati a riflettere sul panorama comunicativo in cui si è svolto il fatto. Innanzitutto, come ha ricordato il Presidente Macron, sembra che ci si stia dimenticando che la ragazza ha solamente 16 anni. Ancora una volta, infatti, ci troviamo di fronte ad una situazione che rende evidente quanto siano labili i confini tra attori pubblici e “persone comuni” (per di più adolescenti), soprattutto per le possibilità di intervento che oggi vengono date ad ognuno di noi. In altre parole: la ragazza è davvero criticabile per il modo in cui si è espressa, avendo agito pubblicamente, oppure le sue parole dovrebbero essere prese per quello che sono: una risposta piccata e di pancia di fronte ad un’offesa? Per fare un altro esempio, dovremmo giudicare allo stesso modo un giornalista della CNN e un influencer di 13 anni, dato che i due potrebbero raggiungere lo stesso numero di persone? Sono due individui decisamente diversi, con ruoli e capacità diverse, ma potenzialmente con la stessa portata mediatica.
È evidente, dunque, che i vecchi princìpi non siano più sufficienti per una corretta analisi e sia necessario elaborarne di nuovi, a partire da un rinnovato programma di alfabetizzazione alla critica e all’analisi. Princìpi che da un lato devono essere proposti da chi è nato e vive in questo nuovo paradigma, ma che, dall’altro lato, devono e possono essere elaborati anche da chi, in questo panorama, ci è entrato in età adulta, avendo seguito l’evoluzione di tali strumenti nel campo dell’agire umano. L’obiettivo è quello di elaborare un nuovo connubio, che annulli la polarizzazione oggi esistente tra chi approva generosamente e chi disapprova tout court evidenziando un modello realista e realistico, pronto a misurarsi con le sfide etiche, sociali, comportamentali che la rete ha innescato e che continuerà ad innescare.