04 Dic Tik Tok: quando il social bypassa la censura
di Sara Degl’Innocenti
Di Tik Tok avevamo già parlato qualche articolo fa: il social network del momento, alimentato da un linguaggio universale (la “nostra” comunicazione paraverbale), trasversale per scopi e pubblici differenti.
Ora, Tik Tok ascende nuovamente agli onori della cronaca per la recente pubblicazione di un astuto tutorial sulla propria piattaforma.
A realizzarlo è stata Feroza Aziz – diciassettenne di origine afghana e attivista civile – la quale, tramite l’escamotage di un make up tutorial, è riuscita a eludere la censura -posta dalla piattaforma- al fine di denunciare la persecuzione etnica e religiosa della minoranza musulmana uiguiri in Cina.
Il video della durata di circa 40 secondi ritrae Aziz nell’atto di consigliare un metodo efficace per piegare perfettamente le ciglia, salvo poi svelare le reali intenzioni.
“Ciao ragazzi. Ora vi insegno come allungare le vostre ciglia. La prima cosa è mettere le ciglia nel piegaciglia. Poi lo mettete giù e usate il vostro telefono, proprio quello che state usando ora, e cercate di capire cosa sta succedendo in Cina nei campi di concentramento per i musulmani”.
Feroza organizza in pochi secondi una vera e propria protesta civile virtuale dove denuncia i presunti maltrattamenti fisici e psicologici riservati ai musulmani nella provincia dello Xinjiang, a causa della loro religione.
Posizionando strategicamente la mano davanti alla bocca, la giovane attivista ha cercato di impedire agli algoritmi di analisi video di Tik Tok di leggere il labiale ed individuare le key words che ne avrebbero compromesso la diffusione.
Tuttavia, il ban da parte della piattaforma cinese non è tardato ad arrivare e ha prontamente posto uno stop di un mese per la giovane sulla piattaforma insieme alla rimozione del video. Il social network ha respinto inoltre tutte le accuse dichiarando che quelli citati sono “campi di lavoro volontario”.
Feroza è comunque riuscita nell’intento di diffondere il più possibile la notizia, ottenendo in poche ore 1,4 milioni di visualizzazioni e 500 mila like su Tik Tok, nonché 5 milioni di views complessive attraverso le immagini veicolate dagli altri social.
È la prova di come la Rete non faccia sconti a nessuno e di come tutto resti in memoria e che – per dirla con le parole della stessa Aziz- “diffondere consapevolezza fa miracoli.”
Il caso porta, ancora una volta, tutti noi a riflettere sulla capacità del Web di raggiungere milioni di individui in tutto il mondo tentando di farsi ascoltare dai vertici. Tutto il resto, però, è in mano a noi utenti che abbiamo una concreta possibilità di rendere virale un contenuto qualitativamente carico d’intensità.
Con un click.
In una manciata di secondi.