La parola della settimana: ADVERTISING (seconda parte)

a cura di Alessia Selvatici

Abbiamo visto come le imprese utilizzino la pubblicità non solo per conseguire i propri obiettivi di marketing, ma anche per capire in che modo essa agisce sul consumatore. Addirittura adesso si parla di pubblicità comportamentale online, definita anche pubblicità mirata, che, basandosi sul comportamento online degli utenti, permette ai brand di inviare loro messaggi pubblicitari personalizzati. In questo modo è possibile raggiungere utenti concretamente interessati a un particolare argomento, invece di sprecare soldi inutilmente nel tentativo di raggiungere chiunque nel web.

Dunque, è evidente che, in particolare modo negli ultimi anni, il mercato pubblicitario si sia sviluppato moltissimo.

E la privacy?

Ovviamente la pubblicità comportamentale deve rispettare la legislazione in materia di trattamento dei dati personali e deve, altresì, tutelare l’interessato.  È bene sottolineare che, seppure i dati riguardanti l’attività di navigazione siano raccolti e utilizzati in forma anonima, tale attività costituisce comunque una significativa ingerenza nella privacy di ciascun utente internet. In fin dei conti, è estremamente semplice risalire all’identità degli utenti.

Pertanto è diritto dell’utente ricevere un’informativa completa e chiara, in cui devono essere indicati esplicitamente il tipo di dati raccolti, le finalità del trattamento ed i destinatari dei dati. Ciò affinché l’interessato possa consapevolmente esprimere o meno il suo consenso a tale trattamento.