Attivismo ambientale e comunicazione: una prospettiva su Extinction Rebellion

A cura di Elena Urbinati

Un tema non più trascurabile

Blocchi stradali, edifici occupati, dimostrazioni pubbliche, blitz e sit-in. Questi sono solo alcuni esempi di proteste che il gruppo Extinction Rebellion (noto anche come XR) ha messo in atto negli scorsi anni, sollevando questioni che ruotano intorno a una domanda fondamentale: esiste un modo “giusto” di fare attivismo ambientale?

Fonte: Sito web Extinction Rebellion

Per rispondere a questa domanda, è utile fare un passo indietro e osservare in che modo si è evoluto il panorama dell’attivismo ambientale. Come sottolineano alcuni esponenti di XR, la scelta di veicolare i propri messaggi in modi provocatori non è casuale. Al contrario, nasce dal fallimento dei movimenti di protesta più moderati ed è diretta espressione della sfiducia verso le istituzioni, che è confluita in un enorme progetto di disobbedienza civile nonviolenta di respiro internazionale. In particolare, alle istituzioni viene richiesto di:

  • comunicare apertamente la gravità della situazione ecologica;
  • agire per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2025;
  • ampliare il dialogo ad assemblee di cittadini per la definizione di politiche ambientali condivise.

Comunicare l’emergenza climatica 

Va da sé che a livello comunicativo XR si trova ad operare su un terreno scivoloso, in cui la probabilità di esacerbare il dibattito o di ottenere una rappresentazione distorta da parte dei media è elevata. Ma è proprio questo il tipo di risposta che gli attivisti ricercano, grazie ad una costruzione dei messaggi fondata su una drammaticità che riesce a coniugare la dimensione di denuncia con quella estetica. Gli atti di disobbedienza civile di XR possiedono infatti una componente performativa capace di catalizzare l’attenzione e polarizzare i pubblici.

Tuttavia, per continuare ad essere efficaci nel tempo le modalità attraverso le quali si esprime il dissenso dovrebbero essere costantemente rinnovate, in modo da non alimentare la c.d. climate fatigue. Inoltre, è opportuno che la comunicazione mantenga una forte aderenza agli obiettivi: ciò significa che ogni gesto dovrebbe essere autoesplicativo e facile da interpretare anche quando decontestualizzato. Il rischio è che la potenza comunicativa dell’azione possa offuscare il messaggio che si intende trasmettere; una consapevolezza che ha costretto gli attivisti britannici di XR a ripiegare su tattiche di coinvolgimento meno controverse.

In un contesto in cui gli appelli scientifici per il clima diventano sempre più pressanti, il ruolo degli attivisti è essenziale nel mantenere viva la discussione. Pertanto, la sfida per XR e altri movimenti simili è trovare una sintesi tra spettacolarizzazione delle azioni e trasmissione efficace del messaggio, per promuovere un cambiamento reale verso un futuro sostenibile.

Fonti sitografiche:

  • Boyle, L. (2023, 26 gennaio). “As Extinction Rebellion pauses disruptive tactics, what have its climate protests achieved?”. The Independent. Link
  • Grillo, F. (2023, 8 dicembre). “Climate fatigue isn’t a sign that Europeans are in denial”. The Guardian. Link
  • Young, K. A. e Thomas-Walters, L. (2024). “What the climate movement’s debate about disruption gets wrong”. Humanities & Social Sciences Communications 11, 25. https://doi.org/10.1057/s41599-023-02507-y.