Strumenti psicologici per comunicare meglio il cambiamento climatico

Di Amy Moses

Il Centro di Ricerca per le Decisioni Ambientali (CRED) della Columbia University ha pubblicato una guida accessibile a tutti per comunicare il tema dei cambiamenti climatici includendo un pubblico sempre più ampio e diffuso.

Il rischio del cambiamento climatico è per tutti una questione centrale da affrontare. Ci troviamo, infatti, di fronte ai numerosi cambiamenti che, spesso,  dobbiamo affrontare da soli, a livello locale e internazionale. Eppure, per quanto lampante sia la minaccia che pesa sulle nostre vite ci sono anche così tante persone che sembrano disinteressate rispetto al tema e alla contestuale responsabilità comportamentale che grava su di loro, oltre a coloro che negano apertamente la realtà del cambiamento climatico. E così, mentre continuiamo a discutere le modalità di intervento per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, dobbiamo anche migliorare la nostra capacità comunicativa per intercettare quel pubblico di persone disinteressate o semplicemente ignoranti sul tema. In questa ottica e in questa direzione, il Center for Research on Environmental Decisions (CRED- gruppo interdisciplinare della Columbia University- ha pubblicato una guida accessibile a tutti e basata sui principi della psicologia e del cambiamento comportamentale. Il tutto per comunicare la realtà del cambiamento climatico anche a  quel pubblico di cui sopra.

Il primo passo è capire il tuo pubblico per vedere come può percepire il mondo che lo circonda intercettandone le convinzioni. Le persone di solito cercano informazioni che rafforzino le loro convinzioni attuali. Le informazioni devono essere, dunque, presentate in modo pertinente al contesto della persona e inquadrate in modo da catturare la loro attenzione. Alcune persone risponderanno meglio a soluzioni che impattano concretamente nel loro modo di vivere, mentre altre risponderanno meglio a strategie di prevenzione e riduzione dei rischi.

Le informazioni basate sui dati scientifici non sempre riscuotono interesse mentre le storie personali possono innescare un sistema di elaborazione esperienziale. Quest’ultimo comporta una maggiore consapevolezza ed emotività collegandosi ad un cambiamento comportamentale più elevato. sopravvivenza e le risposte emotive e può essere collegato a un cambiamento comportamentale più elevato. Attenzione al fattore emotività che deve essere sempre utilizzato nel breve termine pena un intorpidimento emotivo nel medio e lungo periodo e un minore coinvolgimento con il problema.

Le discussioni di gruppo con più prospettive possono aiutare a rafforzare la fiducia del pubblico, aiutando la consapevolezza sul problema e le conseguenti soluzioni attuabili. Inoltre, la partecipazione del pubblico al processo decisionale li rende più propensi a sostenere il risultato. Infine, la comunicazione del cambiamento climatico deve diventare un  facilitatore di accompagnamento di un cambiamento comportamentale, al cui interno cambiamento delle politiche e l’incentivazione di abitudini sostenibili rappresentino la giusta motivazione per una costanza comportamentale nel tempo.

Per quanto difficile possa sembrare cambiare il comportamento di un negazionista della crisi climatica, è importante continuare a immaginare ed applicare tecniche per mantenere attivo il dialogo con coloro che hanno prospettive e idee diverse, nella certezza che dalla capacità di comprensione dei processi decisionali delle persone dipendono le chance di successo di un’attività di advocacy che ci riguarda tutti. 

La guida completa è accessibile online per qualsiasi sostenitore del cambiamento climatico che desidera migliorare la propria comunicazione.

 

Traduzione dall’inglese di Asia Guerreschi