Gli Orti Urbani: un trend in crescita

a cura di Michelle Guzzo

L’attenzione verso l’ambiente e il riconoscimento dell’importanza di uno stile di vita sano ha riacceso l’interesse nei confronti degli orti urbani. Nati durante la Seconda guerra mondiale dalla necessità di sfamare la popolazione, oggi questa iniziativa attira un numero sempre crescente di cittadini che decidono di affittare per un periodo di tempo gli appezzamenti di proprietà comunale.

Gli orti urbani sono diventati una realtà consolidata in molte parti del mondo. Anche in Italia, questo fenomeno sta riscuotendo un forte successo: in questo senso, l’Emilia Romagna è al momento la regione italiana con il maggior numero di metri quadrati di orti urbani, seguita dalla Lombardia e dalla Toscana.

I vantaggi di questa iniziativa sono molteplici e attraversano più livelli, da quello ambientale a uno più strettamente sociale. Dal punto di vista ecologico, questa forma di agricoltura urbana rende le città più sostenibili e permette di tutelare la biodiversità, favorendo la filiera agroalimentare corta e senza l’utilizzo di prodotti chimici, garantendo inoltre uno stile di vita salutare a contatto con la natura. Oltre ad aumentare le superfici verdi, l’iniziativa degli orti urbani è anche un ottimo strumento di riqualificazione urbana che permette di combattere il degrado di alcune aree periferiche.

Se da un lato il verde urbano aumenta la sostenibilità delle città, contrastando l’inquinamento e i problemi climatici, dall’altro, l’idea degli orti urbani rappresenta un passo concreto nei confronti della lotta contro l’esclusione sociale e la solitudine tipica degli agglomerati urbani, portando alla riscoperta dei legami sociali e contribuendo alla creazione di un senso di comunità.

L’idea di un’agricoltura a chilometro zero sta diventando sempre di più una componente fondamentale della crescita urbana a livello mondiale, come dimostra la tendenza degli urban rooftop garden, cioè l’installazione di serre e la coltivazione di orti sui tetti degli edifici, per sfruttare al meglio gli spazi delle città. Coltivare in alto, su terrazzi e tetti, consente una maggiore esposizione solare e contrasta l’accumulo di sostanze inquinanti, poiché le polveri sottili tendono a depositarsi verso il basso.

Con l’insorgenza della pandemia da Covid-19 si è osservato un aumento delle richieste per l’assegnazione di orti urbani, probabilmente per il desiderio di poter passare qualche ora all’aperto, con la possibilità di dedicarsi ad un passatempo sano e utile durante le lunghe giornate di lockdown. La pandemia – quindi – ha ancora una volta riportato al centro dell’attenzione il valore della salute umana, rendendo ancora più evidente lo stretto legame tra il benessere umano e quello ambientale.