La prospettiva di un futuro senza cookies di terze parti

A cura di Sofia Davalle

Navigare su Internet e spostarsi da un sito all’altro può sembrarci qualcosa di estremamente semplice e intuitivo, ma spesso si trascura il fatto per cui la nostra attività online sia costantemente monitorata.

I custodi di questa strategia di controllo sono i cookies: frammenti di dati sugli utenti che vengono memorizzati sul computer dai siti web al fine di migliorare la navigazione.

I cookies consentono ai siti di inviare al computer di un determinato utente informazioni personalizzate; infatti sono utilizzati dagli inserzionisti per monitorare l’attività online di una persona al fine di dedurne gli interessi e creare degli annunci pubblicitari sartoriali.

Questo sistema si basa sulle informazioni che le persone lasciano durante la navigazione senza rendersene conto e per questo motivo non sono pochi gli utenti che sentono “minacciata” la loro privacy.

Di conseguenza, con lo scopo di rendere la navigazione più sicura e rispettosa della privacy, in alcuni motori di ricerca, tra cui Firefox e Safari, è possibile decidere se disattivare i cookies di terze parti, ovvero quei cookies impostati da un sito web diverso da quello su cui si sta navigando.

Il 22 agosto 2019, anche Goolge ha annunciato che dal 2022 non supporterà più cookies di terze parti sul suo browser Chrome e tale iniziativa trova spazio all’interno del Privacy Sandbox, un progetto che si propone di migliorare la privacy degli utenti sul web e garantire al contempo un efficiente marketing online.

Questa decisione non comporta la fine del tracciamento degli utenti su Chrome, bensì un suo ridimensionamento. Infatti, per sensibilizzare il tema della privacy, Google intende adottare una soluzione denominata FloC (Federated Learning of Cohorts) che consiste nel passare da una profilazione individuale ad una basata su gruppi di individui con gusti e comportamenti online analoghi, rendendo anonimi i dati personali e aggregandoli ad altri dati di utenti simili.

Bloccare i cookies, per quanto possa risultare una soluzione efficace al fine di rispettare la privacy degli utenti, ha anche alcuni effetti negativi tra cui la riduzione della funzionalità di certi contenitori. Infatti, molti siti si sostengono economicamente con le inserzioni pubblicitarie e contano sui cookies per funzionare o per offrire servizi gratuiti agli utenti.

Inoltre, l’iniziativa di Google ha incontrato la resistenza da parte dei professionisti del marketing e delle agenzie pubblicitarie, che temono che il blocco totale dei cookies di terze parti possa danneggiare l’economia di internet e in particolare le start-up.

Il panorama che si prospetta dinanzi a noi è ancora poco definito, ma preavvisa un superamento della tecnologia dei cookies, ormai considerata obsoleta, a favore di sistemi alternativi in grado di replicare le funzioni di un cookie, con una maggior attenzione verso la tutela della privacy.

Fonti: Digital4, Cyber security 360, Il Corriere