Giovani e mondo del lavoro: Uno Non Basta

A cura di Elena Carmazzi

 

Fonte: @unononbasta_

In Italia l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro è la più grande sfida sociale attuale. Vediamo un po’ di dati.

L’Italia è terza al mondo per il disallineamento tra studio e mercato del lavoro (skill mismatch). Nel 2019 il tasso di disoccupazione giovanile ammontava al 28,9%, recentemente salito al 30,1% per gli effetti della pandemia. Nel 2019 i giovani inattivi tra i 15 e i 29 anni erano circa 2 milioni, il 22,2%. A tre anni dal conseguimento della laurea più del 40% dei giovani non ha un lavoro; un’impresa giovanile su tre non supera i 5 anni di vita. La spesa italiana per la pensione vale 4 volte quella per l’istruzione. La generazione degli attuali 25enni è già alla seconda crisi in 10 anni.

Dati già terribili da soli e che insieme fotografano uno scenario con cui, volenti o nolenti, fare i conti. Oggi il governo italiano è chiamato a presentare alla Commissione Europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), programma di investimenti del Next Generation EU e ha ritenuto di destinare all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e alle relative politiche solo l’1% dei 196 miliardi del recovery fund.

Questo è solo il motivo principale dei tanti che hanno portato un gruppo di giovani, universitari e non, a dare vita alla campagna Uno non basta, per portare avanti una petizione (puoi firmarla qui) e chiedere al governo di destinare 20 miliardi alle tematiche di ingresso nel mondo del lavoro, di formazione ai nuovi mestieri e di reinserimento per i cosiddetti NEET.

La campagna è stata ufficialmente lanciata il 30 dicembre scorso attraverso il claim “Chi non investe nei suoi giovani non ha Futuro” ed il 14 gennaio la proposta è stata portata sotto i riflettori di fronte a Palazzo Chigi.

Questa battaglia ci riguarda in prima persona, a prescindere dagli studi compiuti, dal luogo a cui apparteniamo, dalle nostre aspirazioni e sogni. Le parole del rabbino Hillel: se io non sono per me chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono?  E se non ora, quando?