La parola della settimana: motivazione

di Anna Luna Di Marzo

Motivazione: esposizione dei motivi che determinano un fatto, un modo di agire; (psicol.) ogni fattore dinamico del comportamento, che indirizza le attività dell’organismo verso uno scopo (Garzanti, dizionario Enciclopedico).

Quante volte nella vita ci è capitato di sentir dire che ciò che muove l’essere umano nel compiere le proprie azioni per raggiungere uno scopo, è la motivazione?

All’ interno di un’organizzazione, la motivazione è una delle chiavi che permette, a chi ne fa parte, di svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi.

Motivare, ed essere motivati, non sempre fa parte del processo lavorativo e strategico di un’organizzazione. Talvolta è necessario ricevere una spinta da parte di chi gestisce l’organizzazione per cui si lavora. Se si parla di comunicazione e di lavoro di squadra, non si può tralasciare la motivazione. Questo perché un gruppo motivato sarà più propenso a lavorare in sintonia, non rischiando di cadere nell’individualismo. Tra i compiti dei leader a capo di un’ azienda vi è (o comunque, dovrebbe esserci) quello di far sì che il proprio team sia sempre motivato. Avere intorno a sé un gruppo di lavoro mosso da una forte motivazione, condurrà ad ottenere risultati migliori, rispetto ad un gruppo in cui la motivazione scarseggia. Motivare non significa necessariamente fare di più, ma far sì che ciò che si sta facendo sia fatto con qualità ed efficenza. Nel momento in cui anche solo un membro dell’organizzazione non è più motivato, sarà l’intera organizzazione a risentirne. Se vi è mancanza di motivazione anche la soglia di attenzione e partecipazione caleranno, e con essi, l’entusiasmo. Ed è forse possibile continuare a svolgere il proprio lavoro in maniera efficace, se non si è più motivati, e di conseguenza, entusiasti?

Essere motivati significa soprattutto credere in ciò per cui si sta lavorando e, di conseguenza, un utilizzo delle proprie energie in maniera proattiva. La motivazione funge da benzina per la creatività, necessaria, soprattutto, all interno di un’ organizzazione che si occupa di comunicazione. Allo stesso tempo, avere un gruppo motivato, significa rafforzare il rapporto di fiducia tra i membri interni all’organizzazione, e il rapporto tra comunicatore e pubblico. Un comunicatore motivato, riuscirà a trasmettere con maggiore efficacia la propria posizione e il messaggio che intende trasmettere, risultando maggiormente credibile anche agli occhi del lettore. Motivare i propri collaboratori, però, non significa farli vivere in una condizione illusoria in cui vengono coccolati e coperti da un calda coperta di linus. Al contrario, vuol dire saper ascoltare le loro esigenze, il loro punto di vista, le loro proposte, e spronarli a fare sempre meglio. 

Quali sono, dunque, le tecniche che si sono dimostrate essere più efficaci nel tempo per motivare il proprio team?

Una comunicazione chiara tra leader e team, fatta di ascolto attivo e condivisione di strategie si mostra essere un’ arma vincente nello stimolare la motivazione. Allo stesso tempo, bisogna non dare per scontato il lavoro di nessuno dei membri dell’organizzazione. Spesso, infatti, capita che si dia per scontato il lavoro svolto dai membri del proprio team, e questo, a lungo andare, può condurre ad una perdita di motivazione da parte dell’organizzazione stessa. Come spiega Alessandra Veronese, Mindset and communication strategist new Pattern, durante la maratona dei manager trasmessa online sabato 2 maggio, le persone sono al centro dell’azienda e per tale motivo è fondamentale motivarle e riconoscere loro i giusti meriti. Una comunicazione aperta e feedback costanti, permettono di mantenere alta la motivazione. 

La motivazione, dunque,  si dimostra essere un’arma potentissima per far sì che il proprio team rimanga sempre vigile e attento, proattivo e pronto a proporre idee nuove e innovative. Motivazione e strategia sono due parole chiave che, al giorno d’oggi, le aziende devono tenere ben a mente per poter garantire qualità ai propri pubblici, all’interno di un sistema di comunicazione ormai saturo, nel quale, talvolta, i pubblici hanno difficoltà nel riuscire a discernere i canali ai quali fare affidamento. Ripartire dopo una crisi conclamata come quella vissuta negli ultimi mesi è possibile, non lasciare nessuno indietro è la sfida.