La parola della settimana: fiducia.

a cura della Redazione

Nel suo sempre attuale La sfida della fiducia (FrancoAngeli, 2008) Stephen M. R. Covey scrive che le persone desiderano, al di sopra di ogni altra cosa, che si abbia fiducia in loro e che la relazione progredisca con essa. Lo stesso Covey, nel contempo, sottolinea i rischi di una impostazione che interpreta la fiducia in maniera ancora parziale. Spesso, troppo caratterizzata da valutazioni di natura caratteriale (la bontà d’animo, l’onestà, la lealtà) e poco concentrata sulla professionalità (la capacità di visione, il rispetto delle tempistiche ed il raggiungimento di risultati tangibili). La necessaria presenza congiunta di questi due macro insiemi consente il superamento di una obiezione che nella Fiducia intravede un elemento friabile e difficilmente monitorabile, a vantaggio di un legame forte e stabile in cui le parti coinvolte si possano conoscere e riconoscere. È importante, dunque, riportare e rappresentare il tema all’interno di uno schema comportamentale verificabile nelle risultanze espresse. Occupandoci spesso di strumenti digitali ci siamo accorti come la fiducia rivesta un ruolo fondamentale non solo rispetto ai contenuti che postiamo all’esterno ma anche, per esempio, rispetto al linguaggio utilizzato o al livello di coerenza tra il detto e il fatto, nonché rispetto a una capacità di ascolto che sia costante nel tempo. È superfluo notare come questi aspetti comportino, per il soggetto di riferimento, una forte consapevolezza e la naturale necessità di impostare tale relazione in una cornice operativa di medio-lungo periodo. Ed è forse proprio questa la maggiore difficoltà rispetto ad uno scenario d’azione che privilegia la percezione alla fiducia affermando, di fatto, un modello relazionale continuamente alimentato da suggestioni più che da certezze. Rispetto a questo punto, la sfida di rimettere al centro la fiducia ed il suo lento, doloroso, sfiancante, necessario processo di costruzione diventa sfida che non riguarda solo il comunicatore ma l’intero tessuto sociale.