Il nuovo piano Italia-Albania è davvero la svolta che ci viene raccontata o la realtà metterà in crisi questa narrazione?

Meloni salpa con il protocollo Italia-Albania: La nave rimarrà a galla?

a cura di Larisa Elena Ciobanoiu

 

Negli anni 90’ migliaia di Albanesi in barconi sovraffollati attraversarono il mare per raggiungere l’Italia in cerca di una vita migliore. Oggi, a distanza di ormai 30 anni, migliaia di migranti salperanno il mare alla volta dei porti albanesi.
Il Protocollo Italia-Albania, firmato nel Novembre 2023 prevede che i migranti salvati nei mari italiani, vengano trasferiti in due centri in Albania, pur restando sotto giurisdizione Italiana. Chi ottiene lo status di rifugiato sarà accolto in Italia, gli altri verranno rimpatriati. Il governo ha previsto una capacità iniziale fino a 3000 migranti al mese, per un totale circa di 36.000 persone all’anno.

L’obiettivo è, da una parte, quello di alleggerire la pressione sui centri di accoglienza italiani, che spesso si trovano sopraffatti dal grande numero di arrivi; dall’altra, quello di contrastare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo.
Il modello è di per sé molto innovativo, il nostro paese infatti manterrebbe la giurisdizione sui migranti, assicurando loro il rispetto dei diritti.

Foto tratta da governo.it, rilasciate con licenza CC BY-NC-SA 3.0 IT Nella foto: Giorgia Meloni e Edi Rama, il Premier dell’Albania.

Come viene percepito questo accordo?

Presentato come una rivoluzione nella regolazione del flusso migratorio, rafforzando l’immagine della premier Giorgia Meloni, questo accordo risulta essere un tema molto divisorio.

Da un lato molte associazioni ONG e vari politici dell’opposizione, Il Protocollo Italia-Albania presenta aspetti più simili ad un messaggio politico che una vera soluzione operativa. Una mossa strategica che mira a rafforzare l’immagine della Premier Meloni come una leader indipendente e forte, capace di gestire la questione Mediterranea implementando un modello prettamente Italiano. L’accordo solleva inoltre una questione etica: l’Italia sarà capace di mantenere la promessa di proteggere i diritti dei migranti in un altro territorio?

Dall’altro, secondo Magnus Brunner, commissario europeo per gli Affari Interni e le Migrazioni, l’iniziativa italiana ha una natura positiva; tuttavia vi è la necessità di rispettare il quadro giuridico europeo e il principio di non respingimento che l’UE ha predisposto a tutela dei migranti.

Criticità legali: Un accordo contro il diritto europeo e nazionale?

Il Protocollo solleva inoltre, molti dubbi legali, in particolare alcuni temono che l’accordo violi il principio di non respingimento che vieta il trasferimento dei migranti senza garantire loro i giusti diritti. Inoltre rischia anche di entrare in contrasto con la Costituzione italiana, che garantisce il diritto di asilo sul territorio nazionale.
Attualmente, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sta esaminando la legittimità di questo accordo.

L’8 gennaio 2025 il protocollo viene messo alla prova per la prima volta.
Una nave con 49 migranti salpa per l’Albania. Il governo la presenta come l’inizio di una nuova fase nella gestione dei flussi migratori. Ma al momento dello sbarco emergono le prime falle.
Sono stati subito mandati indietro 5 migranti, perché minorenni. La Corte d’Appello di Roma, ha poi ordinato il ritorno dei restanti 43, ritenendo il protocollo non conforme al diritto europeo e italiano.

Foto tratte da governo.it, rilasciate con licenza CC BY-NC-SA 3.0 IT Nella foto Giorgia Meloni visita uno dei centri di accoglienza.

Non ci resta che chiederci: Reggerà la forza della retorica?

La strategia comunicativa di Giorgia Meloni si caratterizza di patriottismo e assertività. La chiave della sua retorica sono: l’utilizzo di un linguaggio forte che mira a creare un impatto emotivo con il popolo, l’enfatizzazione dell’urgenza che richiede la questione migratoria e la promozione della necessità di misure straordinarie per risolverla. Per fare ciò, spesso il suo storytelling si basa sull’identificazione di un nemico o di un ostacolo da superare come ad esempio l’inefficienza delle istituzioni europee, l’opposizione interna, le ONG o le normative considerate troppo permissive. Meccanismo che aiuta a polarizzare il dibattito e a consolidare il consenso attorno alla sua figura.

Questa narrazione strategica gioca a suo favore nel creare consenso, ma può anche rivelarsi estremamente fragile se il piano dovesse fallire. In questo caso, il Protocollo Italia-Albania è stato costruito come una dimostrazione di forza, ma ora rischia di diventare un test per la credibilità del governo. Ogni ostacolo giuridico o logistico diventa una crepa nella narrazione, rendendo più difficile promuovere l’idea di un piano vincente.
La retorica infatti, funziona solo se i fatti la sostengono. Se il progetto dovesse fallire da simbolo di risolutezza politica diventerebbe prova di impotenza.

Se la narrazione affonda, chi resta a galla? Meloni o i migranti?

Fonti: 

https://temi.camera.it/leg19/provvedimento/protocollo-italia-albania-in-materia-migratoria.html

https://www.diritticomparati.it/protocollo-italia-albania-sullextraterritorialita-del-diritto-ue-e-della-tutela-dei-diritti-costituzionali/

https://www.amnesty.it/accordo-italia-albania-operativi-i-due-centri-per-persone-migranti/

Cilento, C. (2023) Communication and Politics: Giorgia Meloni, a Prime Minister between Pop Propaganda and Nationalism. Advances in Journalism and Communication, 11, 172-186. doi: 10.4236/ajc.2023.112012.