10 Feb POLITICI E MENZOGNE – Il ruolo del fact-checking
A cura di Giulia Raviglione
Poco più di un mese fa Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha annunciato la decisione di eliminare l’uso del fact-checking per la moderazione dei contenuti pubblicati sulle piattaforme social di Facebook e Instagram, seguendo le orme di X di Elon Musk. Anche se per ora la decisione riguarda solo gli Stati Uniti ha sollevato dubbi e critiche in tutto il mondo.
Zuckerberg ha affermato che lo scopo di questa decisione è consentire una maggiore libertà di espressione, spiegando come l’attuale sistema di verifica di Meta commetta troppi errori nel censurare e bloccare contenuti in realtà innocui. Ha espresso anche consapevolezza riguardo al fatto che questa decisione porterà necessariamente alla diffusione di più contenuti potenzialmente “discutibili” e “pericolosi”.
Ma facciamo un passo indietro, cos’è il fact-checking?
Il fact-checking è una pratica che mira a contrastare la disinformazione, promuovere un’informazione trasparente e formare un pubblico consapevole
È un processo che consiste nella verifica della veridicità e dell’accuratezza delle informazioni che vengono diffuse tramite i mezzi di comunicazione e dalla politica; può riguardare notizie, articoli, dichiarazioni pubbliche e post sui social. Si attua tramite un’analisi attenta e rigorosa delle fonti e dei dati per stabilire se quanto dichiarato corrisponda ai fatti reali.
Viviamo in un’epoca in cui predomina il fenomeno della post-verità, in cui l’opinione pubblica è più facilmente influenzata da appelli emotivi e narrazioni soggettive piuttosto che da fatti concreti, la verità è sempre meno rilevante.
In questo contesto i social media svolgono un ruolo fondamentale in quanto, grazie alla loro immediatezza e rapidità, favoriscono la diffusione di fake news e messaggi esternamente semplificati ed emotivamente carichi.
Tutto questo che impatto ha sulla comunicazione politica?
Vediamo sempre più spesso politici che ripiegano a strategie comunicative populiste per acquisire consenso, sfruttano narrazioni persuasive che fanno leva sull’emotività e la superficialità degli elettori. Questi stessi politici sono spesso inclini a ricorrere a dichiarazioni parziali, fuorvianti o addirittura false per favorire i propri interessi.
Nello scenario della post-verità descritto prima, quando un politico diffonde una notizia non vera può trovare largo consenso se si allinea con le percezioni e i timori preesistenti negli elettori. Questa dinamica rende particolarmente difficile distinguere tra ciò che è realmente fondato e ciò che è frutto di una manipolazione retorica.
Tuttavia, questo tipo di strategia comunicativa può essere utile nel breve termine, ma a lungo termine può erodere l’autorevolezza delle istituzioni e la fiducia che il popolo ripone in esse. Quante volte infatti abbiamo sentito parlare delle “solite vecchie bugie dei politici”, delle promesse fatte in campagna elettorale e mai mantenute?
Pensandoci, spesso sentiamo un forte senso di sfiducia e di stanchezza verso la politica, accusata di “parlare tanto ma di fare poco”; se poi ci aggiungiamo anche gli scandali e gli episodi di corruzione, questo clima rischia di allontanare i cittadini dalla politica e di mettere a repentaglio la democrazia.
Un altro risvolto preoccupante di questa strategia comunicativa è che molto spesso è accompagnata dalla creazione di un “nemico comune”; che sia un opponente politico o un gruppo sociale, questo comporta la diffusione di pericolosi messaggi di discriminazione, odio, misoginia, xenofobia e razzismo. Messaggi che trovano terreno fertile proprio su quelle piattaforme che stanno eliminando i sistemi di fact-checking, che provavano quantomeno a moderare i toni.
Ne è esempio la recente campagna elettorale di Donald Trump, dominata dall’uso dell’hate speech e costanti attacchi a opponenti politici (soprattutto Kamala Harris), alla comunità lgbtq+, ai messicani emigrati negli Stati Uniti, ecc…
Per chi volesse approfondire CNN ha applicato il fact-checking sulle dichiarazioni di Trump durante l’insediamento, trovandone più di 20 solo in questa occasione: https://edition.cnn.com/politics/fact-check-trump-inauguration/index.html
Nonostante tutto, fortunatamente esistono diverse realtà che si impegnano a offrire al pubblico le basi per navigare tra le informazioni in maniera consapevole, ad esempio Pagella Politica o Facta.news, testate online che si occupano di fact-checking e analisi dell’attualità politica.
È fondamentale che cittadini, media, politica e istituzioni collaborino per difendere la verità come valore centrale.