COMUNICAZIONE INTERNA E “FATICA DA ZOOM”

A cura di Filippo Faldon

 

La situazione pandemica ha accelerato quello che per diverse aziende era un processo già in divenire: lo slittamento dal lavoro in presenza verso quello a distanza. In questo periodo sono nate varie piattaforme tecnologiche, ad esempio quelle per le videoconferenze, che con alcune eccezioni (il fallimento di ClubHouse) hanno visto aumentare il loro ruolo e dunque il loro valore.

In questo panorama la comunicazione interna ha ulteriormente accresciuto la propria importanza, in quanto strumento utile per contrastare la frammentazione dell’ambiente lavorativo in bolle separate. La necessità si rispecchia nella volontà di mantenere intatta e coesa.

Nel mantenere irrorati i canali di comunicazione interni, il professionista della comunicazione deve tenere conto di specifiche (e fino ad ora sconosciute) problematiche date dalla comunicazione mediata da schermo. Tra le più interessanti per impatto sulla comunicazione c’è sicuramente la fatica da Zoom (Zoom fatigue in inglese). Questa nuova locuzione indica una sensazione di esaurimento interattivo data proprio dalla comunicazione attraverso le applicazioni di cui sopra.

Le cause di questa fatica sono identificabili nella limitatezza della comunicazione non verbale, che, causa inquadratura, perde tutti gli indicatori sotto al livello delle spalle. Da non sottovalutare anche l’elevata esposizione alla propria immagine, il potersi vedere durante una conversazione che ci porta ad un’autovalutazione costante.

Guidare i componenti dell’organizzazione a conoscere questa sensazione può essere un interessante modo di dimostrarsi attenti all’aspetto relazionale della comunicazione, bilanciando la necessità della stessa comunicazione interna di esprimersi a sua volta a distanza e veicolando un’idea di vicinanza particolarmente preziosa in tempo di distanziamento obbligato. Inoltre, nell’ affrontare questo problema, si ha la chance di creare spazi di elevata condivisione e dall’alta qualità comunicativa, dove i dipendenti si possano confrontare imparando a gestire queste rinnovate dinamiche.

Dando uno sguardo al futuro si può intuire come la soluzione a problemi del tipo “fatica da Zoom” si stia cercando nel Metaverso. Sembrerebbe infatti che proprio l’utilizzo di avatar sia funzionale alla restituzione di una sensazione di vicinanza eliminando l’eccesso di sforzo cognitivo richiesto dalle applicazioni di videoconferenza.

Al netto di questa sfida futura, la comunicazione interna rimane punto cardine del governo dell’organizzazione in quanto strumento di costruzione di un’identità organizzativa, da spendere nel medio-lungo periodo e, più in generale, in un’ottica di comunicazione esterna e diffusa.