Loss & Damage: a che punto siamo nei negoziati e quale ruolo giocano i media nell’informare i giovani attivisti?

di Barbara Monticelli

Attualmente tra gli argomenti più discussi legati al Climate Change c’è il Loss & Damage (L&D), del quale si è largamente parlato anche durante le negoziazioni appena concluse a Bonn insieme ai New Collective Quantified Goal (NCQG) della Climate Finance.

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E’ alla COP28 che un significativo passo avanti è stato segnato con l’operazionalizzazione del fondo L&D, supportato da promesse di finanziamento da parte delle Developed Countries con quasi 700 milioni di dollari. Questa notizia si è rapidamente diffusa a livello globale tramite i media, raggiungendo un gran numero di giovani attivisti. Infatti, durante l’evento Youth4Climate (Y4C), tenutosi meno di due mesi prima della COP28, il 39% dei giovani attivisti era ancora all’oscuro di cosa fosse il L&D, mentre alla COP28 questo numero è sceso addirittura all’8%, sottolineando sia la crescita di interesse tra i giovani, sia la grande quantità di notizie relative ad esso che sono circolate.

Nonostante i giovani attivisti considerino l’operazionalizzazione del fondo L&D come un passo significativo in avanti, la maggioranza (82%) di loro rimane però insoddisfatta del modo in cui i politici hanno strutturato e implementato il fondo, e della mancanza di responsabilità da parte delle Developed Countries ad impegnarsi seriamente nel fondo. Questa visione è spesso in contrasto con quella invece degli adulti, i quali considerano l’operazionalizzazione del fondo come una vera e propria vittoria in quanto i 700 milioni promessi sarebbero molti di più rispetto a quelli minimi necessari per operazionalizzare il fondo.

I fondi da stanziare rimangono una delle problematiche principali e motivo di divario anche durante i negoziati a Bonn. Difatti il divario emergente riguarda l’inclusione di un sotto-obiettivo per il L&D nel NCQG, per il quale le Developing Countries sono favorevoli, mentre le Developed Countries no. Queste ultime infatti sostengono che non vi siano fondamenta per eventuali responsabilità o risarcimenti negli Accordi di Parigi, e che dunque di conseguenza i finanziamenti per il clima nell’ambito del NCQG dovrebbero concentrarsi esclusivamente sulla mitigazione ed adattamento.

Ancora una volta a parlarne online sono moltissimi giovani, i quali comunicano soprattutto tramite Instagram e Twitter. Difatti questi social nell’ultimo mese si posizionano come i maggiormente usati per discutere del L&D. In particolare Twitter è il primo a livello quantitativo, ed Instagram a livello qualitativo (engagement). Come alla COP28, anche in questo caso i picchi maggiori online si rilevano dopo quelli dei media, con però una continuità maggiore di condivisione di contenuti da parte dei giovani anche al di fuori dei periodi di concentrazione delle News rispetto al passato.

In generale a Bonn i paesi non sono riusciti a fare progressi sull’obiettivo di Climate Finance post-2025, e come affermato da Simon Stiell, segretario esecutivo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nel suo discorso di chiusura “Abbiamo fatto modesti passi avanti qui a Bonn, [ma] ci sono ancora troppi punti sul tavolo”. E’ chiaro quindi che il lavoro in preparazione alla COP29 a Baku è ancora molto lungo, ma non da meno sono le speranze di riuscire ad ottenere risultati ambiziosi, soprattutto da parte dei giovani attivisti sempre più coinvolti nella tematica.

 

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