Elezioni europee 2024: Giorgia Meloni punta tutto sulla personalizzazione

Di Beatrice Maestroni

Siamo quasi ai nastri di partenza per le elezioni europee che in Italia si terranno l’8 e il 9 giugno 2024. Partiti e movimenti correranno per conquistare gli euroseggi e in quest’ottica hanno definito le proprie strategie elettorali e comunicative. In particolare, i riflettori sono al momento puntati sul partito di Fratelli d’Italia (FDI) e sul presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’impronta della sua campagna elettorale è ormai definita e sembra puntare tutto sulla strategia della personalizzazione.

La personalizzazione è un’evoluzione dei paradigmi della comunicazione politica, frutto delle mutazioni storiche del modello di rappresentanza e della società mediatizzata. Tale processo sposta l’identificazione dal partito alla singola figura del suo leader. Ciò implica che la scelta politica risulta basata principalmente sulle caratteristiche e sulle qualità personali dei candidati ai ruoli di rappresentanza.
Così Rahat e Kenig definiscono tale strategia politica, sfruttata in modo massiccio dalla Meloni. Fratelli D’Italia ha infatti deciso di focalizzarsi sull’immagine della Premier e ciò emerge in molti elementi della campagna.

Il primo aspetto di personalizzazione riguarda la candidatura stessa, poiché è impossibile per la Meloni ricoprire contemporaneamente le cariche di Primo Ministro e di Eurodeputato. Di conseguenza, è evidente che una volta eletta al Parlamento europeo, rinuncerà alla sua posizione a favore di un altro candidato di FDI che non è stato eletto. Pertanto, la sua candidatura e l’accumulo di preferenze servono come mezzo per consolidare il consenso attorno a lei, trasformando il momento elettorale in una sorta di plebiscito valutativo. Tuttavia, questo approccio comporterà l’ingresso in Parlamento di un individuo che non è stato scelto dagli elettori e dalle elettrici. In realtà, come ricorda Pagella Politica, candidarsi, vincere e rinunciare al seggio non coincide con una strategia innovativa, ma è un vecchio vizio della politica, per di più poco apprezzato. A tal proposito, un sondaggio realizzato per SkyTg24 dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend ha dimostrato che a 6 elettori su 10 non piace la scelta di usare il nome dei leader di partito nelle schede.

La personalizzazione da parte della Premier è sottolineata anche dalla sua decisione di candidarsi utilizzando solo il suo nome. Come ha espresso durante il convegno del suo partito, la sua intenzione è quella di presentarsi come “una persona del popolo” e, così facendo, consolidare il proprio sostegno, anche se questo avviene a discapito dei suoi alleati. È chiaro che la strategia della Prima Ministra è da sempre finalizzata a ridurre la distanza tra lei e il popolo e a semplificare il contesto politico agli occhi degli elettori, creando un sistema in cui esiste un presidente forte che si relaziona direttamente con la gente, senza intermediari.

Come è possibile notare anche dai manifesti in cui spicca il volto in primo piano di Meloni accompagnato dal suo nome in caratteri cubitali, la personalizzazione è una strategia su cui la Premier punta assiduamente, usando quasi sempre l’“io” al posto del “noi” e cercando di avvalersi anche della sua avversaria ideale Elly Schlein, che punta invece sull’anonimato e sui social. In tal modo, l’obiettivo è concentrare lo scontro politico attorno al contrasto diretto di idee e personalità con la Schlein, perché la distanza fra le due contendenti è talmente marcata da indurre buona parte dell’elettorato a collocarsi “o di qua o di là”.

La strategia messa in gioco da Giorgia Meloni alle Europee sembra quindi avere un’impronta ben definita: la “donna del popolo” sta spingendo sulla personalizzazione, che da tempo rappresenta il suo cavallo di battaglia. L’impresa riuscirà? E voi cosa ne pensate? A breve un sondaggio sui nostri canali social.