POLITICA SOCIAL. L’importanza delle attività online

Di Lorenzo Susanna

L’utilizzo dei social network è sempre più importante all’interno della strategia di comunicazione dei politici.
Ma ha veramente senso per un politico puntare su di un profilo social? Quali sono le implicazioni? Che cosa succede in campagna elettorale?

Nell’ultimo Rapporto sul consumo di informazione dell’Agcom si osserva come il mezzo più utilizzato dagli italiani per informarsi nelle scelte politico-elettorali rimanga la televisione, con il 50,5% degli italiani che la utilizzano. A completare il podio ci sono i quotidiani cartacei (24,1%) e i social network (14,9%).
Questo dato basterebbe per capire l’importanza di includere i social nella strategia comunicativa di un politico, ma se pensiamo a come spesso le notizie che escono da internet vengono riprese dai media più tradizionali si intuisce come il consumo di questi messaggi esca anche all’esterno del contenitore digitale.
A ciò va aggiunto che la ricerca è stata svolta nel 2017 quando, secondo il 18° rapporto Censis sulla comunicazione, la popolazione italiana a possedere almeno un account social era il 67%. Nel 2022, una percentuale dell’82% di utenti ci suggerisce che l’importanza dei social può essere soltanto aumentata, e così presumibilmente continuerà a fare.

L’aspetto più interessante dell’utilizzo dei social per un politico è la possibilità di avere un contatto con l’elettore assolutamente disintermediato dalle fonti di notizie tradizionali, quali tv, quotidiani e radio. Questo gli permette di comunicare con più frequenza e in modo più naturale (non dovendosi adattare a format televisivi o cartacei non propri). Questa possibilità, tuttavia, mette nelle mani del personaggio politico una grande responsabilità: rilasciare dichiarazioni e notizie certificate che non rechino disinformazione e che possano alimentare il dibattito pubblico e non radicalizzarlo.

Nei periodi di campagna elettorale, dove si registra un aumento interessante del consumo di informazione politica da parte degli elettori, anche nei profili dei leader si osserva un forte aumento delle attività.
Nelle ultime elezioni nazionali (del 25 settembre 2022) i leader hanno postato su Instagram dai cinque ai dieci post al giorno. Per quanto riguarda i contenuti hanno condiviso maggiormente dichiarazioni politiche – spesso riprendendo estratti di trasmissioni TV, interviste, comizi o quanto già pubblicato su Twitter – ma anche card riassuntive dei programmi di partito e post critici nei confronti degli avversari.

Il periodo della campagna elettorale è disciplinato dalla legge 10 dicembre 1993, n. 515 e in particolare dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28 sulla par condicio. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, di siti web dedicati, e-mail e chat si sono spesso riscontrati problemi in quanto la normativa è figlia di anni in cui molti degli strumenti di oggi ancora non c’erano.
Solo in occasione delle europee del 2019, dopo la delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, le piattaforme online si sono impegnate a rendere effettivi i principi della par condicio e ad assicurarne il rispetto. Anche le piattaforme online quindi devono garantire il periodo di divieto di diffusione dei sondaggi e il silenzio elettorale, rispettivamente di quindici giorni e il giorno prima le elezioni.

Fare campagna elettorale online è oggi regolato dall’Autorità e dalle piattaforme stesse, anche se rimane ancora molto difficile il controllo sul rispetto del regolamento. Si auspicano perciò passi in avanti nella sorveglianza di uno strumento che come abbiamo visto risulta essere oggi imprescindibile, anche se non l’unico.

Altre fonti:
Propaganda mediante web e telefonia
Campagna elettorale per le politiche 2022 sui social

Per approfondimenti: L’uso politico dei social network