La vulnerabilità dei social: come hanno comunicato gli insurrezionisti brasiliani

Di Maria Vestrucci

Domenica 8 gennaio 2023 circa 15.000 sostenitori dell’ex Presidente del Brasile Jair Bolsonaro hanno preso d’assalto e vandalizzato le sedi delle istituzioni brasiliane: il Parlamento, la Corte Suprema e la residenza presidenziale di Palazzo Planalto.

Fonte immagine: AP Photo/Eraldo Peres

Gli insurrezionisti brasiliani hanno comunicato e si sono organizzati tra di loro utilizzando piattaforme social come Twitter. Dopo che Elon Musk è diventato l’unico proprietario di Twitter, il 28 ottobre del 2022, la piattaforma ha subito diversi cambiamenti. Tra questi la dissoluzione del Trust and Safety Council istituito nel 2016 per rendere Twitter uno spazio più sicuro e civile. Con l’eliminazione delle politiche di moderazione dei contenuti la piattaforma è diventata sempre più un terreno vulnerabile soprattutto se in campo ci sono temi delicati che riguardano comportamenti antidemocratici.

Dal 5 gennaio e per tutta la settimana uno dei trending topic sulla piattaforma Twitter in Brasile è stato “Festa de Selma”. Selma è una parola in codice che sostituisce Selva, parola appartenente al lessico militare utilizzata come saluto e come grido di battaglia. Anche #Selma è stato molto utilizzato durante le proteste.

I social media sono strumenti di comunicazione molto efficaci. La velocità e la semplicità che contraddistingue la comunicazione social crea una bolla all’interno della quale gli utenti possono esprimere le proprie idee e si possono fomentare a tal punto da sviluppare fenomeni di tale rilievo per la politica e la sicurezza di uno stato. Alexandre de Moraes, capo della Corte Suprema federale, ha rivolto un appello alle piattaforme social affinché rimuovano contenuti di tipo propagandistico che appoggiano comportamenti antidemocratici.

Le politiche di moderazione e di sicurezza all’interno delle piattaforme social sono sempre in via di definizione e permeabili al momento storico. Youtube afferma di aver eliminato 2.500 canali e 10.000 video relativi alle elezioni in Brasile. Il 9 gennaio anche un portavoce di Meta, società proprietaria di Facebook Instagram e WhatsApp, ha risposto con tempestività all’appello comunicando che avrebbero provveduto all’eliminazione di post “che invitano le persone ad armarsi e a invadere con la forza il Congresso, il palazzo della presidenza e altri edifici federali

Quanto accaduto in Brasile ci mostra come i social media siano, sì, mezzi di comunicazione vulnerabili ma al contempo, come ci dimostrano le tempestive risposte di alcune piattaforme, cercano di diventare spazi sempre più sicuri e attenti alle tematiche che costituiscono il discorso politico odierno.