23 Apr Intervista a Roberto Battestini
Comm to Action ha intervistato Roberto Battestini, fumettista, grafico, disegnatore e docente di lingue straniere.
(foto di Stefano Schirato)
a cura di Giulia Armuzzi e Elisa Taiti
1) Lei ha, per sua stessa ammissione, un vissuto familiare ingombrante. In che modo quel vissuto ha influenzato il suo percorso di crescita personale e professionale?
La mia storia personale, per quanto difficile, o forse per questo motivo, ha sicuramente influito in maniera più che determinante. In particolare, il modo in cui sono venuto a sapere della mia situazione familiare, il fatto di avere due fratelli in prigione. Questa epifania di vita è passata attraverso una rivelazione di un mio compagno di classe quando avevo otto anni, cosa che all’epoca mi ha fatto molto male, pur avendomi dato la possibilità di uscire dal dedalo di bugie che vivevo in famiglia relativamente alla reale situazione. Ovviamente i miei genitori non volevano che io soffrissi, quindi non li incolpo di questo silenzio, ma le persone che ci vivono intorno sono importanti per darci la reale percezione di noi stessi. Comunque, dal momento in cui il mio compagno di classe mi ha mostrato il disegno di un omino dietro le sbarre e mi ha sussurrato “questo è tuo fratello”, la mia vita è cambiata e mi sono mi sono ritrovato in una situazione in cui ero il diverso, il ragazzino che non aveva dei fratelli normali. Solo la fede mi ha aiutato a posizionare questi fatti in un’ottica di storia della salvezza di stampo giudaico-cristiana, in cui ogni evento ha un peso specifico e la storia personale, anche costellata di eventi tragici, ha un senso e una direzione che va verso la risurrezione. Da un punto di vista narrativo, la rivelazione da parte del mio compagno di classe ha naturalmente inserito questi fatti in una forma narrativa in cui avevo già un forte elemento metonimico – il disegno del bambino dietro le sbarre – da lì raccontare non è stato facile ma l’ho vista come un’azione necessaria, in particolare per i miei figli.
2) Lei di fatto, in qualità di fumettista esercita una forma comunicativa calibrata sul connubio tra immagini e parole. Ci può dire se esiste in questo senso un equilibrio perfetto tra le due componenti o se una tende a sovrapporsi all’altra?
Direi che il fumetto può esistere senza parole e le parole possono avere vita propria senza necessità di un elemento grafico. Nel caso fumetto, o romanzo grafico, sicuramente si può parlare di una magica coesione tra immagine e parola che crea tutt’altro. Se dovessi comunque definire quale dei due elementi ha maggiore importanza, direi il disegno. Si sa che le immagini hanno una forza maggiore delle parole, almeno in ambito narrativo, James Curran, studioso di comunicazione di massa e linguista computazionale ha parlato spesso di questo aspetto; una storia a fumetti senza parole potrebbe funzionare comunque, anche senza parole.
3) Quale consiglio darebbe ad uno studente o ad una studentessa di scienze della comunicazione che vuole avvicinarsi al mondo del fumetto, non solo come illustratore, ma anche come autore di testi?
Il mio consiglio è sicuramente quello di leggere molto e un po’ di tutto; per scrivere per i fumetti bisogna essere prima di tutto dei lettori di fumetti, avere familiarità con il ritmo delle vignette, la metrica e mettere in atto tutta una serie di tecniche che permettono di giocare con la coesistenza di immagini e parole. Bisogna, per evolvere nella narrazione a fumetti, allontanarsi da un fumetto didascalico descrittivo (intendo con questo un fumetto in cui parole e immagini formano una sorta di rebound, semplicemente confermando quanto scritto nel balloon) per entrare nella magia della doppia narrazione, in cui immagini e parole possono anche creare due rette parallele dando al fumetto la grazia di raccontare su un duplice piano, che parla al lettore su due fronti, quello della coscienza e quello del piacere estetico.
4) Il consiglio di lettura di Roberto Battestini per i pubblici di Comm to Action
Forse potrei proporre dei manuali di scrittura specifica sulla narrazione a fumetti, ma consiglio di leggere soprattutto romanzi, perché in essi si possono trovare testi di peso che possono essere da stimolo per storia a fumetti, uno fra tutti i racconti di Buzzati. Inoltre consiglio “Consigli a un giovane scrittore” di Vincenzo Cerami, testo molto valido per una conoscenza generale della narrazione, perfino radiofonica; non dimentichiamo che i fumetti hanno un ritmo e che Flaubert leggeva sempre a voce alta i suoi romanzi per sentire come avrebbero suonato nella mente del lettore.
Roberto Battestini è fumettista, grafico, disegnatore e docente di lingue straniere. Frequenta la Scuola comics di Roma fino al 1993. Nel 1997 segue i corsi di scrittura di Cerami e Cotroneo. Collabora con le principali riviste di fumetto italiane. Nel 1997 appare “Peluche sullo stomaco. Le avventure di Susi, una bambina politicamente scorretta”, unico fumetto della collana di saggistica Castelvecchi. Nel 2009 esce “Fratelli”, che ottiene il primo premio Arena! di Bologna e nel 2010 una nomination al Napoli Comicon. Con la EDB di Bologna crea la collana Catecomics. Pubblica per la Casa Editrice Ave di Roma una biografia di Giovanni Paolo II e San Francesco. Nel 2009 e nel 2010 vince il Premio Fede a Strisce a Rimini. Nel 2018 pubblica il fumetto autobiografico “A caro sangue”, 001 edizioni di Torino. Nel 2018 vince il premio Genti d’Abruzzo per la sezione fumetto. Dal 1994 è titolare della ditta La Gallinella Saggia Comics prod., che si occupa di grafica, design e sequential storytelling.