Il futuro dell’alimentazione vegana: l’esempio di Carlotta Perego

di Lorena Gridelli

L’importanza di una narrazione positiva della dieta a base vegetale per abbattere gli stereotipi e sconfiggere il “meat paradox”.

Secondo uno studio condotto nel 2017, lo stigma che caratterizza i vegani all’interno della nostra società è paragonabile al pregiudizio verso i tossicodipendenti. La conclusione della ricerca, seppur provocatoria, mette in luce un problema comunicativo che affligge la scelta di una dieta a base vegetale.

Per questo motivo, la presenza sui social media di personaggi che promuovono uno stile di vita vegano attraverso una strategia comunicativa chiara e positiva, è vitale per abbattere gli stereotipi. È il caso di Carlotta Perego, influencer che attraverso i propri canali social firmati Cucina Botanica condivide ricette vegane e consigli per condurre una vita più sostenibile. Il suo obiettivo non consiste in un’opera di manipolazione o, peggio,  conversione ma in un incoraggiamento dolce, soprattutto verso i più giovani, ad essere più aperti nei confronti di una dieta a base vegetale.

Dal profilo Instagram di Cucina Botanica 

Non è un mistero che l’industria dei prodotti animali sia una delle più dannose per il nostro pianeta. La produzione di carne e derivati è infatti tra le cause principale di deforestazione, comportando l’utilizzo dell’83% dei terreni agricoli e il disboscamento dell’80% della foresta amazzonica. La perdita delle foreste e le emissioni di CO2 e altri gas tossici, rendono questa industria più inquinante dell’intero settore dei trasporti. In più, documentari come Cowspiracy hanno portato alla luce l’impossibilità di soddisfare la domanda globale di carne e derivati in futuro, a causa della totale occupazione delle terre coltivabili.

Alla luce di ciò, appare spontaneo chiedersi perché industrie evidentemente problematiche e che procurano appena il 18% dell’apporto calorico e il 37% delle proteine consumate a livello globale, siano ancora alla base dell’alimentazione della società contemporanea.

Parte della risposta è data dal pregiudizio che si abbatte sui vegani e vegetariani, in quanto sono considerati dei fanatici da gran parte della popolazione. Alla base di questo stigma vi è il cosiddetto “meat paradox”, paradosso causato dall’esistenza di due visioni incompatibili all’interno della mente umana: sappiamo che mangiare carne è nocivo dal punto di vista etico ed ambientale ma allo stesso tempo continuiamo a farlo guidati dalla routine e dalla cultura culinaria con cui siamo cresciuti. Questa contraddizione interna sfocia in un atteggiamento di disprezzo e scetticismo nei confronti di chi riesce a distaccarsi da una dieta a base animale.

Ed ecco perché una strategia comunicativa semplice e positiva è necessaria per eliminare l’avversione ingiustificata nei confronti dei vegani. Questo messaggio è racchiuso nelle parole pronunciate da Carlotta in occasione del suo TED talk “Perché l’alimentazione vegetale è il futuro”: “Mettetevi in gioco: capirete da soli quanto è facile cambiare stile di vita. Non è la soluzione al disastro climatico in corso ma è l’azione più grande che ognuno di noi può fare. Vogliamo essere quella generazione che verrà ricordata per aver dato il colpo di grazia al nostro pianeta o vogliamo essere ricordati per aver agito? Possiamo deciderlo noi”.