Intervista a Micol Burighel, Beatrice Coni e Elisa De Bonis

Giulia Armuzzi per Comm to Action ha intervistato Micol Burighel, Beatrice Coni e Elisa De Bonis, componenti del Consiglio d’impatto di Amapola.

a cura di Giulia Armuzzi

1.Consigliere d’impatto: di cosa si tratta e quali sono le mansioni?

Micol Burighel: Amapola è diventata una società benefit. Questo significa che la nostra organizzazione, pur perseguendo finalità economiche e di profitto, si impegnerà a generare un impatto positivo sulla società, sull’ambiente, sulla comunità e sui territori. Il Consiglio d’ impatto è un organo interno dell’agenzia, che, per statuto, sarà composto solo da collaboratori al di sotto dei 35 anni, in carica per tre anni. Nello specifico, il Consiglio si occupa di individuare i progetti e di gestire le finalità di beneficio comune della società. Nel nostro statuto sono stati individuati i temi di interesse vicini all’identità valoriale di Amapola, rispettando ciò che l’organizzazione è e ciò che fa: ci occupiamo di sostenibilità e della sua valorizzazione. Tra i temi individuati, la parità di genere, l’integrazione degli immigrati, l’inserimento dei giovani e delle giovani nel mondo del lavoro e la diffusione della cultura della sostenibilità e della cultura ambientale, il tutto con un occhio di riguardo alle comunità e al territorio. Il Consiglio di impatto, inoltre, ha il compito di individuare progetti virtuosi portati avanti da realtà svantaggiate, che sosterremo offrendo la nostra consulenza. Il ruolo del Consiglio è quindi individuare progetti e portarli a terra, non dimenticando la rendicontazione. È importante non solo dire ma anche fare e poi rendere conto delle proprie azioni, andando oltre il semplice obbligo legale.

 

2.Quali sono le competenze, formali e informali, che servono per assolvere questo ruolo?

Beatrice Coni: Le competenze che abbiamo sono quelle che fanno parte della nostra agenzia nella sua totalità. È per questo che punteremo molto sul tema della cultura della sostenibilità e della sua diffusione grazie a momenti di confronto e momenti di sinergia che ci consentiranno di collaborare, di supportare e di valorizzare le molte realtà del territorio. La scelta innovativa e di valore, e sottolineerei anche di fiducia, è sicuramente quella di aver affidato il Consiglio di impatto alle nuove generazioni, sancendo in questo modo la forte volontà di investire sui giovani e dando fiducia a coloro che più di tutti potranno apportare cambiamenti nel presente e nel futuro. Sicuramente assolvere questo ruolo rappresenta per noi una grande opportunità e una grande occasione.

 

3.Quali sono le criticità che vedete nell’accreditamento di questo ruolo?

Elisa De Bonis: Il Consiglio di impatto è prima di tutto uno strumento, utile in primo luogo a raggiungere le finalità che Amapola si è prefissata come società benefit. Inoltre, come organismo che ha facoltà di prendere decisioni, rappresenta di fatto un’inversione gerarchica del processo decisionale in determinati ambiti, proponendo un modello di management che viene costruito da zero.  Infatti, il Consiglio d’impatto se non è un unicum, è sicuramente uno dei primi consigli che nascono con queste finalità e all’interno di società benefit. Per questo ha la responsabilità di costituire una sorta di modello. La criticità principale, quindi, sta nel costruire tutte le dinamiche e gli strumenti procedurali che possono rendere il Consiglio d’impatto solido e concreto nell’azione. Gran parte dell’accreditamento verrà proprio dai risultati del Consiglio stesso. Quindi, in poche parole, la criticità sicuramente sta nel costruire gambe solide al progetto e renderlo efficace nell’azione fin dal periodo di rodaggio.

 

4) I consigli di lettura di Micol Burighel, Beatrice Coni e Elisa De Bonis.

Micol Burighel: Per rimanere nei temi di cui abbiamo parlato oggi, quindi parlando di sostenibilità, propongo un classico, perché i classici non possono non essere letti: “Possiamo salvare il mondo prima di cena” di Jonathan Safran Foer. Trovo che sia fondamentale perché mette in luce come non sia stata ancora trovata una narrazione convincente sulla crisi climatica e sulle trasformazioni che stanno avvenendo nel nostro mondo e che stanno cambiando le comunità e le persone. Il problema, forse, è che ancora non si è trovata la chiave di volta per raccontare in maniera vincente una tematica che ci tocca in prima persona ma che rischia di risultare noiosa e distante. Mi sembra importante prenderne coscienza, perché è un tema essenziale per il nostro lavoro sia come professionisti della sostenibilità che come comunicatori.

Elisa De Bonis: Io ho pensato a “La parola immaginata. Teoria, tecnica e pratica del lavoro di copywriter” di Annamaria Testa che c’entra molto con la comunicazione e con la capacità di parlare “bene”. Le parole, le cose “dette” e “scritte” soprattutto in questi ambiti, sono molto importanti. Fa proprio parte del nostro percorso proporre sempre un’ecologia del linguaggio che aggreghi trasparenza, chiarezza e qualità.

Beatrice Coni: Il mio consiglio di lettura apparentemente si discosta rispetto al tema della sostenibilità, anche se tratta un argomento che in realtà ha con essa forti convergenze: l’educazione. Il libro a cui ho pensato è quello del sociologo Zygmunt BaumanConversazioni sull’educazione”, perché si concentra sul ruolo dell’educazione e fornisce spunti molto interessanti su come la stessa debba inevitabilmente evolversi e andare incontro ai bisogni emergenti delle nuove generazioni in un mondo che inevitabilmente si sta trasformando.

 

Micol Burighel | Amapola – Marketing and Communication: Rappresentante della generazione Y, segue una formazione di tipo umanistico. Il suo percorso universitario termina con una Laurea Magistrale in Informazione ed Editoria e la sua tesi è premiata alla V Edizione del Premio Pestelli. Entra nel 2019 in agenzia di comunicazione, dove si occupa di creazione di contenuti, social media, definizione di strategie di comunicazione per l’agenzia stessa e i clienti. Nel 2021 arriva in Amapola, dove cura la comunicazione e la valorizzazione del brand dell’agenzia.

Beatrice Coni | Amapola – Junior Account: Classe 1995, si laurea nel 2017 alla triennale in Scienze Sociologiche presso l’Università degli Studi di Padova, coltivando il suo forte interesse per il sociale. Prosegue con un percorso magistrale in Strategie di Comunicazione. Durante il periodo universitario entra in contatto, grazie alla partecipazione al Salone della CSR e dell’innovazione sociale, con i temi della sostenibilità e della comunicazione. Arriva in Amapola nel 2021, come Junior Account.

Elisa De Bonis | Amapola – Business Development: Millennial classe 1991, dopo gli studi in legge a Pavia, sceglie di dedicarsi alle pubbliche relazioni, al mondo della comunicazione e alla sostenibilità. Tra le sue esperienze lavorative, ufficio stampa, organizzazione eventi e relazioni pubbliche in agenzie di comunicazione. Nel 2020 approda in Amapola, dove entra a far parte della unit dedicata al Business Development.