Intervista a Salvatore Rimmaudo

A cura di Giulia Armuzzi

Giulia Armuzzi per Comm to Action ha intervistato Salvatore Rimmaudo, autore, insieme a Stefano Martello, del volume “Volontariato Aziendale Multicanale. La guida essenziale per profit e non profit.” edito da Elena Zanella Editore nel 2021.

1.Come nasce l’idea di questo libro a un solo anno di distanza dall’uscita de “Il volontariato aziendale. Dinamiche, potenzialità ed esperienza.” (Cesvot, 2020) in cui il suo ruolo era quello di testimone?

L’idea di questo testo nasce sicuramente sulla scia del libro “Il volontariato aziendale” di Martello e Zicari. Per quel volume ero stato coinvolto nel raccontare i progetti di volontariato aziendale che avevo strutturato per l’Associazione KIM, l’organizzazione per la quale lavoro. Da quell’esperienza è nata l’amicizia con Stefano Martello.
Durante il Covid, nella mia organizzazione, mi sono trovato a riformulare alcuni progetti di volontariato aziendale ripensandoli in chiave digitale, non potendoli sviluppare in presenza. Da questo spunto è nata l’idea con Stefano di immaginare una nuova pubblicazione che trattasse appunto il tema del volontariato aziendale nella modalità digitale.
In corso d’opera poi il percorso del libro si è sviluppato ulteriormente. Infatti se inizialmente l’obiettivo era rileggere e decodificare queste nuove esperienze di volontariato aziendale digitale, durante la stesura ci siamo resi conto che la prospettiva poteva essere ancor più innovativa e sfidante, pensare cioè a una definizione di un volontariato aziendale multicanale, che contemplasse cioè in modo organico attività di volontariato aziendale sviluppate sia in presenza che on line. Con questa visione abbiamo dato un indirizzo nuovo al libro che ci ha portato a dare vita a “Volontariato aziendale multicanale”.

 

2.Una parola che mi ha molto colpito nella prefazione al volume di Elena Zanella è prospettiva, in che modo secondo lei questo libro riguarda una prospettiva futura del volontariato aziendale?

La nostra editrice Elena Zanella che ringrazio nuovamente per la fiducia che ci ha dato, ha creduto sin da subito nel progetto e ci ha accompagnato lungo il cammino. Quando poi l’idea iniziale si è sviluppata nel progetto del volontariato aziendale multicanale ha intuito forse prima degli autori stessi che si aprisse proprio una prospettiva innovativa in questo campo.

Con questo volume consegniamo ai nostri pubblici sia nelle organizzazioni profit che non profit proprio questo, una prospettiva assolutamente innovativa che consente di strutturare progetti di volontariato aziendale potendo contemplare in modo armonico sia attività in presenza che a distanza

 

3. Noi siamo un laboratorio di comunicazione d’impresa animato da giovani futuri professionisti. In che modo il volontariato aziendale può diventare concretamente il nostro mestiere? E quali sono le competenze, formali e informali, che professioniste e professionisti devono possedere?

Sono profondamente convinto che tra le varie declinazioni del saper fare, un aspetto che debba essere rinforzato e portato avanti con professionalità è il far sapere, in altri termini vuol dire che il vostro ruolo lo vedo prezioso e indispensabile nell’accompagnare le organizzazioni in percorsi comunicativi adeguati, che permettano la comunicazione di questi progetti. Saperli raccontare all’esterno dà valore ai progetti stessi e soprattutto contribuisce a dare credibilità alle organizzazioni. Rispetto all’ultima parte della domanda su quali sono le competenze formali e informali che bisogna avere, credo che una risposta compiuta necesiterebbe di molto spazio. Prendendo spunto proprio dall’esperienza di questo libro mi sento di consegnare alcuni aspetti che ho colto come importanti: la capacità di dialogare con realtà che ci sembrano lontane ma che nell’incontro possono farci crescere;  essere capaci di soluzioni innovative e coraggiose;  saper vedere nei problemi che si presentano delle sfide e opportunità di sviluppo.

 

4. Il consiglio di lettura di Salvatore Rimmaudo

Un testo che suggerisco e che per alcuni versi ho trovato utile nel percorso del volume con l’amico Stefano Martello è “Sei cappelli per pensare” di Edward De Bono.

De Bono, che ha insegnato in prestigiose università quali CambridgeOxfordHarvard, è ritenuto uno dei padri del concetto di “pensiero laterale”.  Quello che suggerisce De Bono e che tutto sommato emerge anche nel nostro libro è che un problema sicuramente si può affrontare con il pensiero razionale ottenendo  risultati corretti, ma per ottenere una soluzione diversa e innovativa si deve stravolgere il ragionamento,  abbandonare il pensiero verticale, cioè quello basato sulle deduzioni logiche e utilizzare un pensiero creativo.

Salvatore Rimmaudo, educatore e formatore cresciuto nel mondo scout, con una lunga e consolidata esperienza nel settore del volontariato e del social. Dal 2006 in KIM Onlus di Roma, prima come responsabile del Centro di accoglienza (2006-2019) e oggi coordinatore dell’Area Formazione, Volontariato e Relazioni Esterne. È socio fondatore di una Cooperativa sociale legata al mondo della disabilità e collabora con altre realtà in qualità di formatore e supervisore di progetto.