#BIBLIOTIPS 84: Notizie che non lo erano: Perché certe storie sono troppo belle per essere vere

a cura di Giulia Armuzzi

L’esperienza di Comm to Action come Social Media Partner all’evento “IlPost Talk” è stata illuminante, non solo nel presente ma anche, e soprattutto, nel futuro; regalandoci spunti, parole e pagine che abbiamo deciso di condividere con tutti voi. Da questo proposito, l’iniziativa di dedicare 5 puntate dei bibliotips a 5 testi ispirati e consigliati dall’iniziativa di Faenza. Buona Lettura!

La quarta proposta è il libro “Notizie che non lo erano: Perché certe storie sono troppo belle per essere vere” di Luca Sofri, Rizzoli, 2015.

Un libro datato ma ancora dannatamente attuale e utile per intercettare e smontare le tante fake news che incontriamo ogni giorno.

Un libro che è, nel contempo, lettura e strumento per comprendere i meccanismi del giornalismo e per orientarsi tra la moltitudine di notizie vere e notizie false che circolano soprattutto sul web.

La denuncia di un sistema sempre più improntato alla condivisione delle news per guadagnare like e follower più che alla verifica e al controllo della veridicità delle stesse alimentandole, anche inconsapevolmente, e diffondendole colposamente.

Il volume prende in esame alcune delle maggior fake news che hanno circolato; notizie che hanno ricevuto grande visibilità ma che, in realtà, non potevano definirsi tali in quanto prive di veridicità. Notizie spacciate per vere e addirittura ingigantite e sensazionalizzate, alcune delle quali potevano tranquillamente essere bloccate con un po’ di attenzione e una veloce verifica.

“Attenzione”: un termine apparentemente semplice ma che, a quanto pare, richiede più energia e più risorse -in termini di tempo e persone- rispetto a quelle che alcune testate giornalistiche sono disposte a dare.

La rete è divenuta un vero e proprio tester di veridicità, al contrario dei falsi giornalistici che sono il frutto di errori troppo spesso evitabili e di disattenzioni che piano piano gli stanno facendo perdere lo storico ruolo di filtro e controllo.

Un volume per allenare e testare il proprio spirito critico, leggendo le fake news smascherate del passato e imparando a decodificare e governare quelle del futuro utilizzando una buona dose di diffidenza. Una dote sempre più necessaria.

Luca Sofri è direttore del Post. Ha lavorato con Il FoglioInternazionaleVanity FairPanoramal’Unitàil VenerdìGQLa Gazzetta dello Sport e Wired. Ha condotto Otto e mezzo su La7Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008) e Un grande paese (2011).