Greta Thunberg e i “bla bla bla” dei politici

Di Melissa Tuttocuore e Asia Guerreschi

I “bla bla bla” nel recente discorso di Greta Thunberg come forza persuasiva nel confronto con i decisori politici.

Il 28 Settembre 2021 a Milano all’evento di apertura dello Youth4Climate: Driving Ambition, la prima conferenza mondiale dei giovani sul clima, Greta Thunberg ha tenuto l’ennesimo discorso infuocato ai leader mondiali in merito alle loro promesse vane sul cambiamento climatico.

In pochissime ore il discorso è diventato virale nei titoli di tutte le testate del mondo dove venivano riportate le parole di Greta e, nello specifico,  tre semplici espressioni che meglio di altre sintetizzavano decenni di promesse irrealizzate e di parole vuote: “bla bla bla”.

Un linguaggio semplice ma efficace che colpisce gli interlocutori pubblici.

Riccardo Parigi nel “Libro Bianco sulla Comunicazione Ambientale” definisce un buon comunicatore ambientale una persona che riesce anche a coinvolgere il proprio pubblico, parlandoci con invece che in. Su questo Greta è indubbiamente brava: parla puntando lo sguardo e lo mantiene, non accennando ad un sorriso neanche di fronte agli applausi scroscianti per mantenere la propria serietà; e in più ripete costantemente le parole chiave.

Quando Mario Draghi ha incontrato Greta Thunberg in risposta al suo discorso ha sostenuto che il “bla, bla, bla” fosse un modo per nascondere l’incapacità dei politici di compiere azioni. Azioni che sono necessarie ora. Senza perdere tempo e in maniera chiara, diretta ed efficace. Quindi possiamo dire che Greta sa parlare e sa condividere le sue emozioni con il mondo, ma poi? Una dimostrazione che legittima la nostra stessa domanda e, nel contempo, la parzialità dell’efficacia del discorso di Greta, in cui attenzione viene data al “bla, bla, bla” e meno al resto del discorso. Questo ci impone, da professionisti, un’attenzione maniacale all’equilibrio tra informazione e coinvolgimento emotivo per evitare che il primo soppianti il secondo. E viceversa.