La comunicazione ambientale nelle infrastrutture

Di Giulia Armuzzi

Comm to Action ha partecipato al terzo incontro dei “Sentieri di escursionismo ambientale” ideati da Stefano Martello e Gloria Milan, organizzati da Fòrema, ICDlab e ASSINDUSTRIA VENETOCENTRO, nati dalla pubblicazione del Libro Bianco sulla Comunicazione Ambientale, curato dallo stesso Martello e da Sergio Vazzoler ed edito da Pacini Editore.

“Questo incontro è dedicato alla comunicazione ambientale nel settore delle infrastrutture, tema particolarmente caldo dal punto di vista degli impatti economici, ambientali e sociali.” questa l’apertura di Gloria Milan che lancia una prima provocazione: “infrastrutture comunicazione ambientale: una tempesta perfetta?”

Ospiti dell’incontro: Matteo Sinigaglia, direttore generale Fòrema; Federica Bosello, socia Ferpi e communication manager; Emilio Conti, consulente di comunicazione ambientale; Nicoletta Antonias, responsabile innovazione sostenibilità di ItalFer.

Matteo Sinigaglia fornisce una prima visione strategica sul tema. “La crisi pandemica ha alimentato ulteriormente l’attenzione sullo sviluppo sostenibile delle infrastrutture sviluppando anche la consapevolezza dell’impatto che hanno le grandi opere sull’ambiente sul territorio circostante, ma anche sulle persone. Questo permette di avviare un dibattito sulla sostenibilità delle infrastrutture rispetto all’impatto ambientale aprendo un nuovo scenario verso infrastrutture sostenibili in grado di diventare un’opportunità di sviluppo sia economico che sociale”

Federica Bosello sostiene che “ad oggi tutta la comunicazione è comunicazione ambientale in quanto la sensibilità sul tema è altissima ed è scontato quando si parla di sostenibilità che essa sia quella ambientale. Oggi è già domani è per essere efficace una comunicazione ambientale deve essere comunicazione di sostenibilità. Le infrastrutture impattano sull’ambiente in senso ampio: sono ad alta intensità di capitale mano, naturale e finanziario; sono indivisibili; ed irreversibili.”

Stefano Martello lancia una provocazione ad Emilio Conti sulla natura stessa del dibattito pubblico, secondo lo stesso Martello inefficace perché attivato in un momento in cui il processo è già incardinato, preoccupandosi poco di monitorare costantemente posizioni, decisioni, progetti nel medio lungo periodo.

Sul tema del dibattito pubblico la posizione di Emilio Conti è decisa: “il dibattito pubblico in Italia non interessa per esempio tutte le opere del settore energetico e tutte le opere del settore rifiuti che sono decisamente contestate. Le contestazioni vanno ad ondate. Oggi si stanno contestando in maniera fortissima tutti gli impianti a fonti rinnovabili in particolare i fotovoltaici, uno degli elementi portanti del PNRR che ci dovrebbe portare alla decarbonizzazione.”

Perché questi atteggiamenti di opposizione quasi ideologica? Come cercare di superare le opposizioni locali?

Sempre secondo Emilio Conti si tratta di “una questione di atteggiamento e di approccio. C’è una mancanza di pianificazione a livello nazionale e a livello regionale; l’assenza di un percorso di processo partecipativo per obbligare i soggetti proponenti a coinvolgere i determinati territori; mancanza di fiducia della cittadinanza in generale nei confronti della classe politica, ma anche degli enti governativi che devono controllare e del mondo delle imprese; la velocità di diffusione delle fake news; gli errori commessi dalle aziende che si propongono di fare nuove infrastrutture dovuti alla mancata conoscenza del territorio. Per superare le opposizioni è necessario conoscere il territorio, non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista socio-economico e di struttura sociale, per capire come è fatto, individuando gli stakeholder in fase preliminare. Per poi cercare di ascoltare i territori e costruire un dialogo, un processo partecipativo per realizzare un’infrastruttura di interesse per la società che la realizza ma anche per il territorio che la ospiterà.”

Per ricondurre il discorso ad un livello più concreto, Nicoletta Antonias ha parlato di vari interventi di ItalFer: “La sostenibilità- afferma la professionista- è una missione per noi, il nostro impegno per creare un futuro differente. Fare un progetto bene oggi non basta più; quello stesso progetto deve anche essere giusto, che rappresenti un’opportunità di dialogo con gli stakeholder, di valorizzazione del territorio e di comunicazione dei benefici derivanti dalla realizzazione delle opere. Per questo abbiamo deciso di affiancare all’ingegneria tradizionale un’ingegneria della sostenibilità che consenta di comprendere il significato più ampio dell’inserimento territoriale di un’opera infrastrutturale.”

In conclusione, Gloria Milan sintetizza l’obiettivo di metodo secondo il quale “Oggi come oggi dobbiamo pensare che le infrastrutture siano strategiche, nella misura in cui le dobbiamo pensare in modo sostenibile; questa è la sfida. Da questo obiettivo di massima la necessità di prendere in considerazione molteplici figure professionali che devono imparare a dialogare concretamente per raggiungere degli obiettivi di valore condiviso”.

Un monito questo che sembra evidenziare il ruolo sempre più stringente della comunicazione intesa nel senso della tessitura sociale e della decodifica delle varie grammatiche parlate dalle tante parti che compongono il processo, come sottolinea Martello.

Il prossimo appuntamento dei “Sentieri di escursionismo ambientale” sul tema della comunicazione ambientale per le grandi aziende si svolgerà il 7 luglio e avrà come ospite Maria Grazia Persico.