La fuga dei dati

A cura di Sofia Davalle

Ormai è “consuetudine” cedere i nostri dati ai social network e il pensiero che uno sconosciuto possa erroneamente entrarne in possesso non ci tocca particolarmente, forse perché riteniamo che i social garantiscano la protezione dei nostri dati nel rispetto della privacy.
Nonostante ciò, ci si è ritrovati più volte davanti allo scenario imprevisto e poco rassicurante del furto dei dati di alcuni utenti da parte di hacker.

Facebook è stato coinvolto in svariati casi simili, uno dei più clamorosi risale all’inizio del 2018 quando fu rivelato che Cambridge Analytica aveva raccolto i dati personali di 87 milioni di account senza il loro consenso e li aveva usati per scopi di propaganda politica. Recentemente, però, un ulteriore fuga di dati ha scosso nuovamente la reputazione del colosso statunitense.

Alon Gal, chief technology officer della Hudson Rock , società attiva contro il cybercrime, ha scoperto un furto di dati (tra cui password, generalità, spostamenti, indirizzi email, relazioni personali e numeri di telefono) che coinvolge 533 milioni di utenti provenienti da 106 Paesi differenti. Tra gli utenti colpiti, 32 milioni negli Usa, 11 milioni nel Regno Unito, e ben 37 milioni in Italia che rappresenta la quasi totalità degli iscritti al social network.
La portavoce di Facebook Lily Sheperd ha ribadito che il furto dei dati risale in realtà al 2019 ed era già stato segnalato e risolto nell’agosto dello stesso anno, ma nonostante ciò, alcuni esperti e ricercatori, tra cui lo stesso Alon Gal, hanno affermato che i dati rubati dagli hacker possono essere usati tutt’ora per compiere furti d’identità o frodi.
Il Garante per la Privacy invita tutti i cittadini italiani a prestare attenzione ad eventuali anomalie sul cellulare, quali l’improvvisa assenza di campo in luoghi in cui normalmente la ricezione è buona e di diffidare di messaggi (anche da parte di numeri conosciuti) in cui vengono chiesti soldi, o dati personali.
Inoltre, l’associazione Consumerismo No Profit, ha chiesto al governo di intervenire tempestivamente al fine di evitare truffe a danno degli utenti coinvolti e Luigi Gabriele, il presidente della stessa, reputa essenziale una sanzione contro Facebook che, al momento di iscrizione al servizio, garantisce agli utenti la protezione dei loro dati.

Al momento, non è possibile impedire la diffusione online dei dati rubati e, come ribadito anche dagli esperti, la stessa Facebook si trova davanti ad una situazione di impotenza.
La cosa migliore da fare resta seguire i consigli forniti dal Garante della Privacy e, in presenza di eventuali anomalie sullo smartphone, contattare il call center del proprio operatore per verificare che qualcuno non abbia ottenuto il trasferimento dei numeri su un’altra Sim.

Fonti: Ansa