09 Gen Introduzione all’immaginazione sociologica
A cura di Elena Carmazzi
Nasce una nuova rubrica per indagare i collegamenti tra sociologia e comunicazione, due scienze spesso distanti ma in realtà reciprocamente influenzate e influenzabili.
Quando pensiamo alla comunicazione, sia essa interpersonale o pubblicitaria o aziendale, la pensiamo in prima battuta in termini individuali. Il passaggio successivo è quello di estendere la considerazione a quei contesti sociali comuni nel dibattito pubblico e aiutati dai mass media: contesto familiare, economico ed esperienziale. Da qui l’idea che comunicazione si intrecci intimamente e profondamente tanto alla sociologia quanto alla psicologia dell’essere umano; in particolar modo in una società globale in cui ciò che succede viene influenzato e a sua volta influenza il resto del mondo.
Assunto che tutto è comunicazione e che quello che viene comunicato è quello che l’altro comprende, l’immaginazione sociologica è la capacità di riflettere sistematicamente su quanto il percepito personale interessi, in realtà, questioni sociali ampiamente condivise da altri individui, nati in un periodo e in un ambiente sociale simile al nostro. Tutti possediamo un certo livello di immaginazione sociologica ma il suo contrassegno riguarda la capacità di porre domande complesse anziché accettare risposte preconfezionate. Siamo tutti d’accordo, infatti, che nel fiume in piena delle informazioni a cui siamo costantemente sottoposti è diventato più facile individuare le domande più opportune anziché le risposte, spesso varie e/o affini.
Una ricerca sociologica o più semplicemente l’adozione di un punto di vista sociologico, può influenzare positivamente la comunicazione di determinati argomenti sotto molti aspetti e può aiutarci ad affrontare in maniera più pragmatica i problemi posti dall’indagine. I campi in cui spaziare sono potenzialmente infiniti. In questa rubrica vedremo come la parità di genere, la stesura di una tesi o l’inserimento nel mondo del lavoro dei famigerati “neolaureati con esperienza” siano legati da un filo rosso. Certo, questa rubrica, non rappresenta la risposta a tutti i mali del mondo ma vuole essere spunto di riflessione di un esistente spesso difficile da decodificare. Un tema che Steve Jobs ha riassunto nel momento in cui ha affermato che «la semplicità può essere più difficile di qualcosa di complesso: devi lavorare duro per ripulire il tuo pensiero e renderlo semplice. Ma alla fine paga, perché una volta che ci riesci puoi spostare le montagne».