“La Regina degli scacchi”: un fenomeno commerciale

A cura di Sofia Davalle

Il 23 Ottobre 2020, Netflix ha reso disponibile sulla piattaforma la miniserie “La Regina degli scacchi” che racconta la storia di Beth Harmon, una ragazza orfana degli anni Sessanta del secolo scorso.

Beth scopre di possedere un talento geniale per il gioco degli scacchi e inizia la propria scalata in un mondo esclusivamente maschile per poi coronare il proprio sogno di diventare campionessa mondiale.

La miniserie ottiene un successo clamoroso, nel prima mese viene vista da 62 milioni di account, trasformandosi rapidamente in un fenomeno commerciale.

Infatti, “La Regina degli scacchi” ha decretato l’incremento vertiginoso della vendita di scacchiere e libri di strategia, restituendo visibilità ad un gioco che si credeva ormai di nicchia.

Prima che Netflix rendesse disponibile la miniserie, la vendita di set di scacchi era stabile o addirittura in calo, ma secondo la società di ricerca NPD Group, nel mese successivo al debutto le vendite unitarie di scacchiere sono aumentate dell’87% negli Stati Uniti e quelle di libri sulle strategie addirittura del 603%. In particolare, i libri maggiormente comprati sono proprio gli stessi citati anche nella serie, tra cui i fondamentali Bobby Fischer Teaches Chess del noto campione Bobby Fischer e Chess Fundamentals di Jose Capablanca.

I dati di ricerca di Google Trends mostrano che l’interesse per gli scacchi tra gli utenti statunitensi è quasi quadruplicato e in Italia tra il il 15 e il 21 novembre si è registrata la maggiore frequenza di ricerca del termine “scacchi”.

Inoltre, Chess.com, un social network rivolto al celebre gioco degli scacchi, ha stabilito un record per le iscrizioni di nuovi utenti (nel mese di novembre quasi uno nuovo ogni giorno) e ha accolto il nuovo afflusso di consumatori, consentendo ai giocatori online di competere contro un bot Beth Harmon.

“La Regina degli scacchi” è l’esempio perfetto di come le serie TV siano in grado di orientare i nostri interessi e di conseguenza i nostri consumi.

Alcuni brand approfittano di questo vantaggio per pubblicizzare i propri prodotti all’interno di una fiction o di un programma televisivo, attraverso la pubblicità subliminale.

Un recente studio condotto presso lo University College di Londra  ha evidenziato come la pubblicità subliminale sia effettivamente in grado di penetrare nel cervello degli spettatori, colpendo alcune aree della corteccia, le quali sono in grado di rispondere agli stimoli provenienti da immagini o suoni che i nostri sensi non percepiscono.

Anche se mancano prove in proposito, gli studiosi sono concordi nel ritenere che questo tipo di pubblicità possa effettivamente influire sui comportamenti d’acquisto e “La Regina degli scacchi” sembra esserne la prova!

Scacco Matto?

Fonti: Optimagazine, La Stampa, Business Insider, Google Trends, Focus