21 Gen Contro il team building: la sinergia.
di Stefano Ricci
Ci siamo. Abbiamo creato il nostro team, costruendolo secondo i consigli di cui abbiamo letto la scorsa settimana. Ora, però, dobbiamo attivarlo per farlo funzionare operativamente. Abbiamo bisogno, dunque, di creare sinergia tra i componenti del gruppo.
Serve, innanzitutto, che la squadra abbia una visione comune; una direzione di lungo periodo che consenta ai singoli di sentirsi parte di un progetto più ampio e più responsabilizzante. La peculiarità della visione, come ricordano Clementina ed Emilio Galli Zugaro ne La leadership comunicativa, è quella di essere discussa, affinata, condivisa e, solo così, perfezionata da tutti i componenti del gruppo.
Il passo successivo è stabilire obiettivi chiari e misurabili. Troppo spesso, infatti, si indugia nell’assegnazione di task parziali e limitati alla singola mansione, facendo smarrire al team il valore della condotta complessiva e deresponsabilizzando gli individui da ciò che è il loro contributo per l’organizzazione. La chiarezza e la misurabilità sono, invece, i requisiti di base per poter valutare la performance del gruppo, per potersi migliorare e per verificare le possibili aree di vulnerabilità che ogni progetto complesso sottende. Il tutto, funzionale alla produzione di quel valore che l’organizzazione non riuscirebbe ad ottenere dai singoli individui.
Infine, il valore più concreto di tutti: la squadra deve sentirsi squadra. Si vince e si perde tutti assieme. Non vale, quindi, girarsi dall’altra parte se un collega ha bisogno d’aiuto, come, all’opposto, non è funzionale caricarsi di lavoro extra rischiando di diventare inefficienti rispetto alla propria singola mansione.
Queste tre dimensioni organizzative, unitamente ai consigli del precedente articolo, formano, di fatto, una base solida da cui partire per la costruzione di team efficienti. Come abbiamo scritto nel precedente articolo, questo insieme di pratiche sono, spesso, più utili rispetto alle tradizionali iniziative di team building, perché permeano il gruppo in modo costante e duraturo, differenziandosi dal carattere spot delle prime. Il desiderio, a questo punto, è quello di raccogliere da voi lettori ulteriori buone pratiche di comunicazione interna, che possano aggiungersi a questo articolo per creare un vero e proprio vademecum, utile a chi già svolge la professione ed a chi vuole intraprenderla.