18 Nov #BIBLIOTIPS 5: Umanesimo digitale-Un’etica per l’epoca dell’Intelligenza Artificiale
a cura di Giulia Armuzzi
“Umanesimo digitale. Un’etica per l’epoca dell’Intelligenza Artificiale.” di Julian Nida-Rümelin, Nathalie Weidenfeld, FrancoAngeli, 2019.
L’innovazione tecnologica ci ha ormai travolti portando con sé un cambiamento polarizzato tra entusiasti e sospettosi. Le incognite, d’altronde, sono molteplici. Di cosa sarà capace l’Intelligenza Artificiale? Dovrà essere considerata al pari degli umani, come soggetto avente diritti e doveri? Sarà in grado di provare emozioni e sentimenti, oltre che di evolvere nell’esperienza? La nostra è – dovrebbe essere – una società basata sul lavoro; sarà ancora così o lasceremo alcune mansioni ad un robot in grado di svolgere lo stesso lavoro con maggiore efficienza? In che modo, in futuro, questa innovazione potenzialmente totalizzante modificherà il panorama globale e gli ambiti connessi?
L’analisi sviluppata all’interno del volume delinea un’alternativa concreta in contrapposizione alle filosofie polarizzanti oggi in auge. Contrapponendosi, dunque, all’ideologia imperante della Silicon Valley e diventando terza rispetto a quelle visioni apocalittiche e tecno-entusiaste che, pur legittime, non riescono a tradurre pienamente la complessità della materia. Gli autori, infatti, confidano nella ragione umana come elemento salvifico ed argine per mantenere una posizione critica rispetto ai possibili limiti della tecnologia. Senza, dunque, abbandonarsi alla stessa con un atteggiamento di fede più che di razionale utilità.
Tra le pagine che scorrono emerge un Umanesimo digitale che sostiene le Intelligenze Artificiali – poiché capaci di migliorare la condizione umana – ma si schiera in netta opposizione all’ideologia dello sviluppo tecnologico autosufficiente. La domanda, in fondo, è sempre la stessa: il livello di controllo che l’umanità deve mantenere sullo sviluppo tecnologico e il livello di funzionalità che lo stesso livello tecnologico deve osservare, rispetto a istanze che siano misurabili.
Julian Nida-Rümelin, è filosofo e politologo tedesco, già ministro della Cultura nel primo governo Schröder e attualmente docente di Filosofia e Scienze Politiche all’Università di Monaco di Baviera.
Nathalie Weidenfeld, è docente di Cinematografia alla Freie Universität di Berlino.