Ambientenonsolo #38: Oltre un milione e 300mila persone vivono in Italia in aree a rischio elevato o molto elevato di frane

Marco Talluri ha selezionato per Comm to Action: Oltre un milione e 300mila persone vivono in Italia in aree a rischio elevato o molto elevato di frane

Oltre un milione e 300mila persone vivono in Italia in aree a rischio elevato o molto elevato di frane, di Marco Talluri
ISPRA ha pubblicato l’aggiornamento al 2021 dei dati relativi alle aree del nostro Paese che si trovano in condizioni di rischio frane.

In precedenti articoli abbiamo visto i dati 2020 relativamente al complesso del territorio nazionale e delle regioni ed alla situazione nelle province e nei comuni italiani.

La classificazione delle aree a pericolosità frane
I dati Ispra, relativi alle aree di pericolosità frana, basati sui Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), utilizzano una classificazione della pericolosità per l’intero territorio nazionale in 5 classi: pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e aree di attenzione AA (DL 180/1998 e DPCM 29.9.1998). Le Aree di attenzione corrispondono generalmente a porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità.

Nelle aree classificate a pericolosità da frana molto elevata (P4) sono consentiti esclusivamente: gli interventi di demolizione senza ricostruzione; gli interventi strettamente necessari a ridurre la vulnerabilità degli edifici esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie o di volume e senza cambiamenti di destinazione d’uso; le opere di bonifica e sistemazione dei movimenti franosi; gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; la realizzazione di nuove infrastrutture lineari e a rete previste da normative di legge, dichiarate essenziali, non delocalizzabili e prive di alternative progettuali tecnicamente ed economicamente sostenibili; le pratiche per la corretta attività agricola e forestale con esclusione di ogni intervento che aumenti il livello di rischio; gli interventi volti alla bonifica dei siti contaminati; gli interventi di consolidamento e restauro conservativo dei beni culturali tutelati ai sensi della normativa vigente.

Nelle aree classificate a pericolosità da frana elevata (P3) sono generalmente consentiti, oltre agli interventi ammessi nelle aree a pericolosità molto elevata, anche gli interventi di ampliamento di edifici esistenti per l’adeguamento igienico-sanitario e la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue e l’ampliamento di quelli esistenti, previo studio di compatibilità dell’opera con lo stato di dissesto esistente.

Nelle aree classificate a pericolosità da frana media (P2) gli interventi ammissibili sono quelli previsti dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica. Gli interventi generalmente sono soggetti ad uno studio di compatibilità finalizzato a verificare che l’intervento garantisca la sicurezza, non determini condizioni di instabilità e non modifichi negativamente i processi geomorfologici nell’area interessata dall’opera e dalle sue pertinenze.

Nelle aree classificate a pericolosità da frana moderata (P1) è generalmente consentita ogni tipologia di intervento prevista dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica.

Le Aree di attenzione (AA) corrispondono generalmente a porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità. Ogni determinazione relativa ad eventuali interventi è subordinata alla redazione di un adeguato studio geomorfologico volto ad accertare il livello di pericolosità sussistente nell’area. In sede di redazione degli strumenti urbanistici devono essere valutate le condizioni di dissesto evidenziate e la relativa compatibilità delle previsioni urbanistiche.

I dati di sintesi sulle aree, le persone, gli edifici, le imprese ed i beni culturali a rischio frane
La superficie complessiva, in Italia, delle aree a pericolosità da frana PAI e delle aree di attenzione è pari a 60.481 km2 (20% del territorio nazionale). La superficie delle aree a pericolosità da frana molto elevata è pari a 9.495 km2 (3,1%), quella a pericolosità elevata è pari a 16.891 km2 (5,6%), a pericolosità media a 14.551 km2 (4,8%), a pericolosità moderata a 12.556 km2 (4,2%) e quella delle aree di attenzione è pari a 6.988 km2 (2,3%). Se prendiamo in considerazione le classi a maggiore pericolosità (elevata P3 e molto elevata P4), assoggettate ai vincoli di utilizzo del territorio più restrittivi, le aree ammontano a 26.385 km2, pari all’8,7% del territorio nazionale.

Le persone che vivono in zone a rischio frane molto elevato o elevato sono oltre 1.300mila (2,2%), gli edifici 565mila (3,9%), le imprese 84mila (1,8%) e 12.500 beni culturali (5,9%).