31 Mag Energia blu dal Mar Mediterraneo
A cura di Gianpaolo Mascaro
Inaugurata Blue Deal, una piattaforma per incentivare la diffusione e l’utilizzo delle energie rinnovabili ricavate dal Mar Mediterraneo.
Lo sviluppo sostenibile rappresenta oggigiorno uno degli obiettivi fondamentali a livello globale, al fine di eliminare – o quantomeno mitigare – povertà, ineguaglianza, violazioni di diritti umani e crisi climatica. Nel settembre 2015, i 193 paesi membri delle Nazioni hanno dunque sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, assumendo l’impegno di implementare misure efficaci per raggiungere traguardi concreti entro il 2030 in ambito economico, sociale ed ambientale. In linea con questa premessa, risulta intuitivo come l’utilizzo di fonti di energie rinnovabili assurga a conditio sine qua non per ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive dell’uomo. Ed è dunque in questo contesto che la “blue energy” – o “energia blu” – sta attirando negli ultimi anni sempre maggiore attenzione da parte di imprese private ed enti pubblici.
L’energia blu consiste nell’energia ricavabile dai mari, grazie a sei diverse fonti: le onde, le maree, le correnti marine, le correnti di marea, il gradiente termico ed il gradiente salino. Un adeguato utilizzo di queste fonti di energie non esauribili avrebbe degli effetti notevolmente positivi sull’ambiente e sulla società. Consapevoli di ciò, lo scorso maggio è stato lanciato il progetto europeo Blue Deal, grazie al quale verrà promossa la diffusione dell’energia rinnovabile derivante dal Mar Mediterraneo in sei paesi dell’Europa meridionale: Italia, Albania, Cipro, Croazia, Grecia e Spagna.
Blue Deal è una piattaforma online che mira ad agevolare l’incontro tra domanda ed offerta nel campo dell’energia blu, così da favorirne ed accelerarne la diffusione. Inoltre, il progetto metterà a disposizione dei partner partecipanti anche degli strumenti innovativi per guidare l’implementazione pratica, quale per esempio un software di visualizzazione virtuale 3D dei potenziali impianti, al fine di verificarne l’impatto visivo-estetico sul territorio prima degli inizi dei lavori di edificazione.
Il Mar Mediterraneo costituisce già un fulcro fondamentale della produzione e del commercio globale, generando ogni anno un valore economico pari approssimativamente al 20% del PIL mondiale. È importante comprendere che, oltre ad essere un vivo tratto di collegamento, il Mar Mediterraneo rappresenta un’occasione fondamentale per ridurre l’emissione di CO2 e per mettere finalmente da parte l’utilizzo di energie non rinnovabili.
Ad oggi tuttavia, la centralità che l’energia blu dovrebbe assumere nelle politiche ambientali future non è accompagnata da una proporzionale consapevolezza popolare riguardo al tema. L’Università di Siena ha infatti effettuato un sondaggio che ha coinvolto duemila individui selezionati all’interno dei sei paesi prendenti parte al progetto. I risultati hanno evidenziato che il 57% degli intervistati non è a conoscenza del significato della espressione “energia blu”. Questo dato è particolarmente significativo, in quanto enfatizza che, aldilà dei progressi scientifici ed infrastrutturali richiesti, vi è la necessità di condurre una vasta campagna di informazione al fine di istruire e sensibilizzare quante più persone possibili sulle potenzialità di queste tecnologie.