Le invasioni di campo

A cura di Bianca Maria Landini


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Le invasioni di campo fanno parte dello sport da sempre, soprattutto per quanto riguarda il calcio.

Questa invasione all’interno di competizioni sportive da parte degli spettatori è un vero e proprio problema; non solo interrompono la gara, ma a volte mettono in situazioni di disagio gli atleti. Questo è stato il caso del maratoneta brasiliano Vanderlei Cordeiro de Lima che, nel momento di vincere l’oro olimpico ai Giochi Olimpici di Atene, ha visto un uomo invadere il proprio percorso, facendogli perdere ritmo e secondi preziosi, non permettendogli di raggiungere la vittoria.

Ci sono altri casi in cui l’invasione di campo è uno strumento di ricerca della visibilità e per questo motivo appena avviene le telecamere distolgono l’inquadratura dal soggetto, proprio per contrastare lo scopo dell’invasore. Gli episodi possono suddividersi in due categorie: visibilità per accrescere la propria fama e la ricerca di visibilità per motivi di protesta.

Per il primo caso si può prendere esempio Kinsey Wolanski, la modella che ha eseguito la sua corsa all’interno del Wanda Metropolitano durante una partita di Champions League per pubblicizzare il sito per adulti del compagno, ma a sua volta ha guadagnato followers e una pioggia di euro sul suo conto in banca.

L’altra tipologia di invasione ha uno scopo ben preciso, quello di portare alla luce temi che, a detta dell’invasore, vengono sottovalutati. Recentemente ha fatto scalpore un ragazzo che si è legato il collo al palo di una porta da calcio per protestare contro il cambiamento climatico.

I giornali e i vari social media, in genere, condividono subito la notizia, cercando di capire il motivo di quel gesto e quindi dando spiegazioni a chi non ne aveva compreso la natura. Questo finisce per fare il gioco dell’invasore dandogli la visibilità che cercava.

Quello che bisogna capire è se, chi lo fa per protesta, riesce davvero nel suo scopo principe: mostrare alle persone un tema delicato e influenzare le loro azioni riguardo al problema. Probabilmente, gli spettatori, concentrati sulla gara o sulla partita, riescono a vedere solo lo spettacolo in cui si trasforma l’invasione di campo, che dal loro punto di vista non è altro che un insieme di buffi inseguimenti tra i protestanti e gli steward.  Insomma, una comunicazione che non serve a niente e a nessuno.