05 Mar Intervista a Maria Cristina Antonucci
a cura di Giulia Armuzzi
Comm to Action ha intervistato Maria Cristina Antonucci, autrice del volume “Comunicazione e Advocacy per il Terzo settore. Modelli, formati, pratiche”, Elena Zanella Editore, 2021.
1) Il terzo settore italiano si distingue spesso per entusiasmo e forza propulsiva. A questi due caratteri lei aggiunge una ferrea struttura organizzativa che molti potrebbero considerare non in linea con il patrimonio valoriale del terzo settore. Perché questa scelta?
Il terzo settore italiano è uno straordinario coacervo di energia, passione, capacità di produrre trasformazioni positive sulla realtà circostante. Credo che ad un comparto dotato di tanta forza propulsiva serva un adeguato apparato di comunicazione strategica per essere ancora più consapevole ed efficace della propria capacità trasformativa. In questa prospettiva, cerco di proporre una serie di modelli e strumenti che siano in grado di potenziarne l’impatto nei confronti di stato, mercato, cittadini. La prospettiva di capacitazione, anche in termini di comunicazione di advocacy, è alla radice della mia proposta e spero davvero che possa rivelarsi utile per gli ETS che intendano organizzare l’impatto della comunicazione.
2) Che ruolo gioca la comunicazione nella definizione di un terzo settore che, oltre ad essere più adulto e consapevole, riesca ad essere più incisivo negli ambiti di riferimento?
La comunicazione, e in particolare la comunicazione di advocacy, gioca un impatto strategico, tanto in termini di costruzione delle relazioni (che avviene mediante lo scambio comunicativo consapevole e finalizzato con tutti i soggetti con cui gli ETS collaborano per la propria azione), quanto in termini di azione sussidiaria. Trovo molto efficace la metafora che sostiene che comunicare è fare le cose con le parole. Credo che una parte dell’azione sussidiaria che il terzo settore porta avanti in modo coraggioso e innovativo possa trarre grande beneficio da una più efficace e distribuita comunicazione.
3) Cosa consiglierebbe ad uno studente di Scienze della Comunicazione che voglia intraprendere un percorso professionale nel terzo settore? E quali secondo lei gli ambiti di maggiore appeal?
Consiglierei ad uno studente di Scienze della Comunicazione di avvicinarsi alla cultura e al modello di pensiero del terzo settore, anche in ambiti tematici (socio-sanitario, agricoltura sociale, servizi alla persona, promozione e tutela dei diritti, cultura, attività per la comunità, rigenerazione urbana) e settoriali specifici (cooperazione sociale, volontariato, fondazioni di erogazione, associazionismo di promozione sociale, organismi non governativi internazionali) e mettere alla prova l’insieme di competenze e conoscenze accumulate nel percorso di studi. Alcuni degli strumenti mutuati dal modello della comunicazione di impresa o della comunicazione istituzionale risulteranno poco adatti e limitatamente produttivi, ma è dalla ibridazione tra le realtà del sociale e gli strumenti di mercato e istituzioni che nascono le migliori innovazioni della comunicazione del terzo settore. Consiglierei inoltre di mettere a punto percorsi di specializzazione mirati ad ambiti e attività necessari e in crescita nel terzo settore, quali il fundraising, il reputation management, il people raising e le relazioni esterne con soggetti di impresa e istituzionali.
4) Il consiglio di lettura di Maria Cristina Antonucci per il pubblico di Comm to Action.
In ambito internazionale, un libro che mi ha molto colpito è il volume di Chao Guo e Gregory Saxton, “The Quest for Attention: Nonprofit Advocacy in a Social Media Age” (2020), in cui emerge l’importanza di una comunicazione strategica degli enti di terzo settore sulle piattaforme social, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su cause e attività. In ambito italiano, per chi volesse approfondire le stesse tematiche, consiglio il mio volume Comunicazione e advocacy per il terzo settore (edito da Elena Zanella Editore, 2021).
Maria Cristina Antonucci, sociologa politica, è dal 2010 ricercatore in Scienze Sociali presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Laureata in Scienze Politiche, dopo un Dottorato e un Assegno di ricerca nell’ Università La Sapienza di Roma, ha insegnato materie sociologiche e politologiche presso La Sapienza, Università dell’Aquila, Roma TRE. Attualmente insegna Comunicazione e politica presso il Dip. SARAS dell’ Università La Sapienza di Roma
Nelle sue ricerche, presentate in articoli, saggi e volumi, si è occupata di rappresentanza, advocacy, nuovi formati di partecipazione dal basso, terzo settore. Ha collaborato con ordini professionali, fondazioni, associazioni, sindacati, istituzioni formative ed Enti di Terzo Settore quali CSVNet, CSV Verona, CESVOT, AVIS, FEDEMO, Forum Terzo Settore, Italiadecide, Aspen Institute Italia, FNP CISL, Ordine degli Avvocati di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Comunicazione e advocacy per il terzo settore (2021), Da advocacy a trasparenza. Glossario sulla rappresentanza e la partecipazione del terzo settore (2016) e Lobbying e Terzo Settore. Un binomio possibile? (2014)
Per approfondimenti: https://commtoaction.it/2022/01/24/bibliotips-95-comunicazione-e-advocacy-per-il-terzo-settore-modelli-formati-pratiche/