Una maratona durata 55 anni: la storia di Shizo Kanakuri

A cura di Bianca Maria Landini

fonte immagine 

Durante le Olimpiadi del 1912 tenutesi a Stoccolma tra i partecipanti c’era anche Shizo Kanakuri, uno dei maratoneti più forti di tutto il Giappone. La sua storia è particolare e quasi si confonde con una leggenda perché nessuno sa cosa sia successo esattamente dopo il trentesimo chilometro di gara.

Ad un certo punto della competizione, infatti, l’atleta decise di fermarsi per recuperare delle energie, dato che all’epoca i ristori organizzati lungo il percorso non erano ancora stati introdotti.

Era una giornata di luglio, stavano correndo nelle ore più calde. Shizo era stremato durante l’ultima parte di gara. È comprensibile che, non appena vide un signore che beveva un succo di mirtillo, decidesse di fermarsi per chiederne un sorso.

Fu quella la sosta letale che lo fece diventare una leggenda per l’intera nazione, perché subito dopo accettò l’invito dell’anziano a sdraiarsi un attimo al fresco nella sua casa.

Shizo era talmente tanto stanco che si addormentò di un sonno profondo fino a sera, quando ormai la maratona si era conclusa. Dopo il risveglio fu avvolto da una profonda vergogna e un senso di colpa che lo tormentarono talmente tanto che decise di nascondersi. Il tutto mentre la polizia svedese lo cercava da tempo dandolo addirittura per disperso, ma Shizo nel frattempo era semplicemente tornato a casa, portandosi dietro l’imbarazzo dell’accaduto.

In Giappone la vita di Shizo era andata avanti, ma non per gli svedesi per i quali, risultando ancora disperso, era diventato una leggenda. In occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, un giornalista svedese fu inviato in Giappone alla ricerca di Shizo.

Una volta trovato, lo invitò in Svezia a completare simbolicamente la gara che non aveva mai concluso in un tempo di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi, che certamente resisterà a lungo come record.