Sport e Covid nell’agonismo professionistico

A cura di Bianca Maria Landini

A livello professionistico più che a livello amatoriale, lo sport ha subìto uno dei colpi più duri. Come per molti i lavori, anche gli atleti di tutti gli sport si sono ritrovati in una situazione veramente complicata. Il loro lavoro difficilmente può essere seguito in Smart Working e gli allenamenti a casa non sempre bastavano per mantenere performante il corpo.

Le competizioni più importanti (come la coppa del Mondo di sci) si sono fermate e il virus non ha risparmiato neanche gli atleti più forti, alcuni dei quali sono stati davvero male e hanno fatto fatica a riprendere la loro abituale condizione fisica.

Il virus è arrivato nell’anno delle Olimpiadi che sono state rinviate per la prima volta nella storia.

Lo scopo di questo enorme evento sportivo è anche quello di legare le persone, ma il virus ci costringe a restare distanti e ostacola le interazioni sociali anche tra nazionalità diverse. L’organizzazione, il rispetto dei vari regolamenti e gli imprevisti dell’ultimo minuto hanno reso questo evento- realizzato nel 2021- molto stressante e alcuni atleti si sono trovati costretti al ritiro a manifestazione già iniziata.

L’aspetto positivo è che, nonostante il Covid, l’anno appena trascorso è stato tra i più vincenti della storia dello sport italiano. Un segno tangibile di come lo sport- ogni sport- sia soprattutto una questione di forza vitale, di resilienza, di capacità di individuare delle alternative nei momenti di difficoltà. Avendo in testa solo il traguardo che segna il perfezionamento di mesi e mesi e mesi di duro allenamento.