Intervista a Federica Pasquini e Miriana Iacobelli, fondatrici di Picolet Luxury Second Hand.

a cura di Giulia Armuzzi

Giulia Armuzzi per Comm to Action ha intervistato Federica Pasquini e Miriana Iacobelli, ideatrici e fondatrici di Picolet Luxury Second Hand.


1)Qual è stato il vostro percorso professionale prima di arrivare a Picolet?

Federica: io sono laureata in comunicazione e marketing con un master in Event Management e ho sempre lavorato in ambito commerciale-finanziario e tutt’ ora lavoro per una società di mediazione creditizia occupandomi proprio della parte social e marketing. Il mio percorso di studi, quindi, mi è stato più utile per approcciarmi ai vari brand da un punto di vista commerciale e amministrativo che non effettivamente per l’idea in sé. Picolet è un’idea che nasce in realtà più dalla passione; mia mamma è una ex sarta e negli ultimi 7 anni è diventata tata quindi per questo sono cresciuta con una casa piena di bambini. Posso dire che comunque il mio percorso di studi mi è tornato utile per la gestione del sito e dei social di cui abbiamo deciso di occuparci in autonomia.

Miriana: Io vengo da un percorso di studi differente; sono una maestra di asilo nido e ho frequentato Scienze dell’educazione e dell’informazione per poi perfezionare i miei studi con una laurea magistrale in Programmazione e gestione dei servizi educativi. Oltre a questo, ho anche un master in Tecniche di rilassamento per aiutare i bambini con problematiche legate, ad esempio, all’iperattività e al sonno. Attualmente lavoro in un asilo come maestra di sostegno per bambini diversamente abili. Anche per quanto riguarda me, dunque, Picolet nasce semplicemente dalla passione per il mio lavoro e quindi per i bambini che sono, insieme all’ambiente, al centro del nostro progetto.

 

2)Dal proposito al progetto, ci raccontate la genesi di Picolet?

Picolet è nata nelle notti insonni durante l’epidemia di covid, pensando a come uscire da questo periodo, liberando la mente e cercando di creare qualcosa di nuovo.  La pandemia ci ha fatto riscoprire le cose semplici, dalle passeggiate in montagna a quelle al mare, sempre in contatto con la natura. Inoltre, attraverso il contatto quotidiano con mamme e bambini, ci siamo rese conto che il ciclo di vita dei vestiti per bambini è brevissimo: dall’oggi al domani è necessaria una taglia superiore. Quindi Picolet nasce dalla voglia di fare qualcosa che possa tornare utile e che, posta anche in una prospettiva futura, possa portare un qualcosa di positivo, una sorta di rinascita post covid. Una rinascita permessa dal riuso dello stesso capo, a cui viene letteralmente regalata una seconda vita. Iniziato come un progetto che si occupava di abbigliamento si ampliato, grazie alle indagini di mercato che abbiamo effettuato, anche ai giocattoli e ai libri per l’infanzia, in quanto il covid ha sicuramente accresciuto le vendite di questi oggetti dovendo i genitori tenere i bambini a casa. Si tratta quindi di una progettualità interamente dedicato ai bambini suddivisa, per il momento, in tre aree. La prima è il Second Hand in cui noi mettiamo a disposizione delle mamme e dei genitori uno spazio per vendere i loro prodotti, che riteniamo in linea con la nostra idea e i nostri valori identitari, in conto vendita. Il nostro e-commerce quindi si presenta come una vera e propria vetrina in cui la loro merce, fotografata da noi, viene posizionata. Vedendo l’impatto economico che il covid ha innescato nei confronti di molti esercizi commerciali che si ritrovavano ad avere molta merce invenduta abbiamo pensato di acquistare dai commercianti queste vecchie collezioni invendute per donargli una seconda vita. Da qui nasce la sezione Old Collection di Picolet. Inoltre, la nostra strategia è legata all’idea di pezzo unico, che quindi non puoi più trovare nei negozi perché magari non viene più prodotto. A queste sezioni se ne aggiunge una terza dedicata alle donazioni; si tratta dunque di capi donati che noi poi vendiamo e di cui devolviamo una parte del ricavato a due associazioni in favore dei bambini che sono Progetto Heal e I bambini delle fate. Questo è il nostro presente ma il progetto Picolet è ben più ampio e stiamo sviluppando costantemente nuove idee per aumentarne effetti e impatti.

 

3)La mission di Picolet coniuga il gusto del bello con la tutela dell’ambiente, ce ne parlate più approfonditamente?

La scelta di far rientrare in Picolet famosi capi di nicchia unici è nata in realtà per una voglia di diversificarsi rispetto a quello che è il mercato perché purtroppo nel nostro piccolo dobbiamo fare i conti anche con dei colossi che si sono mossi nella nostra stessa direzione negli ultimi mesi e lo hanno fatto con molta con una base economica e organizzativa certamente più solida. Quindi, abbiamo deciso in realtà di puntare sulla qualità, scegliendo capi che sono prevalentemente di brand prestigiosi che quindi utilizzano dei materiali prettamente -o comunque con prevalenza- bio e che hanno come loro valore la salvaguardia dell’ambiente e la salute dei bambini. Non accettiamo tutto ma solo brand prestigiosi che già commercialmente si sono distinti per qualità e sostenibilità e sono conosciuti dal grande pubblico unitamente a marchi meno conosciuti ma attenti alla dimensione bio. Per quanto riguarda l’acquisizione di materiale chiediamo come primo gesto la compilazione di una scheda prodotto e l’invio di alcune fotografie  per verificare che i capi scelti abbiano le etichette che garantiscano qualità e veridicità del prodotto che noi andremo a commercializzare. Quando riceviamo le schede prodotto con le foto procediamo ad un ulteriore selezione per definire quelle conformi. Richiediamo quindi la spedizione e se ciò che ci arriva non corrisponde alla scheda prodotto compilata viene donato direttamente.

 

4) Un consiglio di lettura che vi ha aiutato.

Ce ne vengono in mente un paio, ma sicuramente quello che ci ha stimolato e anche unito di più, oltre ad averci spinto a buttarci in questo nuovo progetto è “La vita inizia dove finisce il divano” di Veronica @Spora Benini. Alla base di questo libro c’è la motivazione, la voglia di rinascere e di ricreare qualcosa di nuovo. Si tratta di una storia vera, in cui noi ci rispecchiamo molto. Al centro del racconto una figura femminile che ha creato un’azienda dal nulla e che decide di cambiare in un momento in cui la vita che credeva perfetta ha iniziato ad essere imperfetta e a non darle più troppa possibilità di scelta. A nostro avviso, in parte, tutti ci siamo un po’ sentiti come la protagonista durante il covid, in quanto non avevamo apparentemente scelta ma il libro ci insegna anche che la nostra alternativa è ovunque e può essere costruita e attuata in qualsiasi momento. in realtà la nostra scelta la possiamo costruire in qualsiasi momento.  Queste pagine hanno rappresentato per noi una fonte di ispirazione preziosa, da tenere sempre sul comodino e da rileggere magari in occasione di qualche giornata storta.

Federica Pasquini (1987), diplomata al liceo Linguistico,  si laurea in Comunicazione di Massa Pubblica e Istituzionale e consegue un master in Marketing e Pubblicità e uno in Event Management. È appassionata di danza, scrittura, natura , bambini e cucina. È inoltre responsabile comunicazione e marketing presso una società di mediazione creditizia ed è co-founder di Picolet Luxury Second Hand.

Miriana Iacobelli (1993) dopo il liceo linguistico seguendo la sua passione per i bambini consegue una laurea in Scienze dell’Educazione e Formazione con 110 e lode e successivamente una laurea magistrale in “Programmazione e gestione dei servizi educativi “ con 110 e lode. Si specializza in seguito nel metodo Montessori per la fascia di età 0-3 anni e consegue un master in tecniche di rilassamento e yoga per bambini. Attualmente lavora come educatrice in un asilo di Roma (micronido Montessori) ed è co-founder di Picolet Luxury Second Hand.