La comunicazione ambientale nelle grandi aziende

Ospitiamo con immenso piacere il contributo di Caterina Bonometto che ha seguito il quarto dei sei incontri di “Sentieri di escursionismo ambientale” organizzati da Fòrema, ICDlab e ASSINDUSTRIA VENETOCENTRO con il proposito di far conoscere metodologie e strumenti per la comunicazione ambientale.

di Caterina Bonometto

Il 4° “Sentiero di escursionismo ambientale” nuovo appuntamento del progetto ideato da Stefano Martello e Gloria Milan nato dalla pubblicazione del “Libro Bianco sulla Comunicazione Ambientale”, curato dallo stesso Martello e da Sergio Vazzoler ed edito da Pacini Editore, ci ha condotti questa volta ad approfondire con che modalità le grandi aziende approcciano il tema della comunicazione ambientale.

Organizzato da Fòrema, ICDLAB e ASSINDUSTRIA VENETOCENTRO, il webinar ha visto protagonista Maria Grazia Persico, autrice del capitolo “Comunicazione ambientale per le imprese”, accompagnata da due guide d’eccezione, Susanna Caprotti, Process EPD Manager di Radici Group e Mikaela Decio, Corporate Environmental Sustainability Group Leader di Mapei, a raccontarci come due aziende operanti in settori diversi, ma entrambi particolarmente critici dal punto di vista della sostenibilità, possano trarre significativi vantaggi derivanti da percorsi di accreditamento certificati e trasparenti.

L’apertura del direttore generale di Fòrema, Matteo Sinigaglia, ha messo in luce come la sostenibilità sia ormai un asset strategico della politica industriale italiana ed europea ed sia quindi fondamentale che iniziative come questa possano contribuire a diffondere le competenze e i principi culturali della sostenibilità all’interno delle aziende.

L’intervento di Maria Grazia Persico parte da un assunto apparentemente molto semplice: si fa comunicazione ambientale quando ci si rende conto che l’ambiente è un elemento del quale non si puo’ non avere considerazione perchè ci influenza e, a nostra volta, viene influenzato dalle nostre azioni. Tutti, a partire dal singolo cittadino, dobbiamo prendere coscienza di questo, ma oggi le imprese devono sentirsi in primis responsabili e sapere che devono fare comunicazione ambientale, o con un’accezione più ampia comunicazione della sostenibilità, se vogliono restare competitive sul mercato.

Anche se la sostenibilità è ancora frutto di percorsi volontaristici, è un impegno che le aziende devono assumersi nei confronti di tutti i portatori di interesse. Il processo di stakeholder engagement è fondamentale, ed in particolare lo è verso l’interno, nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori, intervenendo prima di tutto sulla cultura aziendale, cioè su quel processo che determina strategie, obiettivi e modi di agire e comunicare all’interno di un’azienda, ancor prima di declinare una strategia comunicativa verso l’esterno. E a questo punto il patrimonio interno dell’azienda diventa esso stesso dote per l’esterno, facilitando l’instaurazione di relazioni di confidenza e fiducia con tutti gli stakeholder.

I successivi interventi di Susanna Caprotti e di Mikaela Decio ci hanno dimostrano concretamente come una strategia aziendale basata sui principi della sostenibilità ambientale, economica e sociale possa offrire importanti vantaggi sul business, sulla credibilità e sulla reputazione aziendale ed in particolare:

  • grandi opportunità di sviluppo per le aziende che si impegnano nella direzione giusta attraverso una presa di consapevolezza degli impatti generati dalle attività, perchè i dati raccolti ci obbligano a vederli e prenderli in considerazione;
  • sfide che richiedono il miglioramento continuo e l’evoluzione delle competenze di tutti i lavoratori, in un coinvolgimento di tutti verso un unico obiettivo;
  • rafforzamento della comunicazione verso l’esterno in un esercizio di trasparenza derivante dall’affidamento a standard e certificazioni che aiutano a dare credibilità alla comunicazione.

Entrambe le aziende si affidano a standard certificati e certificabili come ad esempio le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD) basate sugli studi Life Cycle Assessment (LCA) per misurare gli impatti ambientali lungo tutto il ciclo di vita di un prodotto e redigono il proprio Report di Sostenibilità secondo lo schema internazionale del Global Reporting Initiative GRI, posizionandosi in un framework all’interno del quale un’azienda puo’ confrontarsi con i propri competitor.

Ancora una volta è emerso, come sottolineava Gloria Milan già nel corso dell’evento dedicato alle PMI, che tutte le aziende, di qualsiasi dimensione e settore, possono impegnarsi in un percorso di sostenibilità serio e trasparente. E oggi è proprio Susanna Caprotti a ricordarcelo affermando che “Sono molti gli standard e ogni azienda deve scegliere quello più coerente e affrontabile rispetto al proprio business, al proprio mercato e alle proprie possibilità operative e strutturali. Nel caso di Radici, trattandosi di azienda chimica che fa polimeri, vista la criticità del settore è necessario utilizzare standard certificabili che diano supporto alla nostra comunicazione”

E Mikaela Decio sottolinea inoltre che anche un’azienda come Mapei che opera nel settore dell’edilizia e che per questo non è percepita dall’esterno come emblema di sostenibilità ambientale, puo’ modificare la propria immagine e reputazione se la strategia di comunicazione costruisce il suo messaggio partendo dal dato scientifico certificato, rendendolo fruibile e comprensibile per tutti.

L’approccio apparentemente freddo e sterile del dato scientifico, conclude Stefano Martello, si puo’ trasformare in un volano comunicativo, in uno strumento di vera e prorpia narrazione dell’organizzazione stessa che va a mitigare il rischio di un effetto persuasivo, fornendo informazioni nette e misurabili. L’abilità del comunicatore sta nello spiegare il dato, valutando e considerando i diversi livelli di accoglienza da parte di un pubblico generalista e identificandone meglio le aspettative. La “fatica comunicativa” rispetto al tema della sostenibilità in azienda è e resta l’unica soluzione possibile per affrontare il nuovo modello di business consolidando il cambiamento in una prospettiva di medio lungo periodo.

Caterina Bonometto è psicologa del lavoro e delle organizzazioni, con consolidata esperienza nella gestione delle risorse umane in azienda e in consulenza. Dal 2016 collabora con ICDLAB su progetti dedicati all’implementazione della sostenibilità in azienda e alla sua comunicazione.