18 Mar Talenti italiani nel mondo: Luciano Floridi
A cura di Elena Carmazzi
Luciano Floridi, nato a Roma nel 1964, è uno dei talenti italiani all’estero che porta in alto il (buon) nome del Bel Paese. Iscritto alla facoltà di filosofia alla Sapienza, all’età di 23 anni parte per scrivere la tesi di laurea a Oxford, in Inghilterra. Allora, come oggi, aspirare a una carriera accademica in Italia era difficile. Per questo Floridi decise di proseguire la sua formazione e la sua carriera con un master a Warwick. Convinto di restarci un anno, in attesa di vincere un dottorato in Italia, si ritrovò a fare il pendolare: mentre continuava a vincere concorsi e cattedre in Gran Bretagna ne perdeva in Italia. Dopo il master, Floridi vinse una borsa Fulbright per studiare a Yale, tornò a Warwick per il dottorato prima e per fare il ricercatore poi, prima di vincere una junior research fellowship sia a Oxford sia a Cambridge. Sceglie l’università di Oxford e si ritrova nel miglior dipartimento di filosofia al mondo, dove oggi è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’Informazione, Direttore del Digital Ethics Lab dell’Oxford Internet Institute e Turing Fellow presso l’Alan Turing Institute.
Il professor Floridi è uno stimato divulgatore e inventore di neologismi divenuti iconici a livello mondiale, come infosfera, quarta rivoluzione, iperstoria e onlife. Quest’ultimo si riferisce ad nuova esistenza contemporaneamente e perennemente online e offline, facendo cadere la barriera tra reale e virtuale. Tra i numerosi incarichi e riconoscimenti annoveriamo il titolo della Cattedra UNESCO in Information and Computer Ethics, Francis Yates Fellow presso il Warburg Institute di Londra e Gauss Professor della Akademie der Wissenschaften di Göttingen. Nel maggio 2014 viene scelto da Google tra i sette componenti della commissione sul diritto all’oblio, insieme a Eric Schmidt -presidente del colosso della Mountain View- e a Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia.
In un’intervista per Codice Edizioni ha affermato che “come nell’Ottocento, l’emigrato che arriva a New York lavora di più proprio perché ha la spinta e la voglia di fare, senza le quali sarebbe rimasto a casa. Nell’università italiana la meritocrazia non esiste, è un sistema caotico. Io me ne andai per questo. Non è vero, però, che passate le Alpi tutto diventi perfetto. Lavorando tanto e bene, un contesto competitivo e meritocratico come quello anglosassone risulta più facile. Bisogna però essere sempre al meglio: per usare una metafora calcistica, ogni domenica c’è la partita e questo dopo un po’ può logorare”. Oggi Floridi è tornato in Italia, a Bologna, per collaborare con l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna in merito a molteplici tematiche in chiave interdisciplinare, come il rapporto tra etica, diritto, big data, intelligenza artificiale, e social media. Contribuirà allo sviluppo di ricerche innovative insieme alla scuola giuridica bolognese, alla promozione in ateneo di progetti di collaborazione internazionale con grandi istituzioni pubbliche e private e alla guida di iniziative strategiche all’interno dell’Alma Mater Research Institute for Human-Centered Artificial Intelligence, uno dei più grandi centri italiani di ricerca su intelligenza artificiale.