Nasce Social Hosting Hub, un nuovo modo di stare in rete

A cura di Rita Cristofano

Social Hosting Hub, uno dei progetti vincitori della Google.org Impact Challenge sulla Sicurezza, è un’iniziativa nata con l’intento di sensibilizzare un apprendimento responsabile in cui fisico e virtuale si fondono, creando il primo ambiente educativo “firtuale”.

La presentazione del progetto è stata guidata dalla giornalista Alma Gradin, che ha introdotto l’iniziativa ricordando che informare correttamente sta diventando sempre più complicato, soprattutto nello scenario di ‘info-pandemia’ attuale, caratterizzato da un’esplosione di informazioni che necessitano sempre più di essere verificate.

La giornalista ha riportato i dati di un sorprendente monitoraggio  svolto dalla società americana Qmee che ha dimostrato cosa può accadere in un solo minuto in Rete. Ogni 60 secondi vengono cliccati 1,8 milioni di “like”; 204 milioni di email vengono spedite in media ogni minuto; nello stesso lasso di tempo nascono 571 nuovi siti internet mentre su instagram si pubblicano 3600 foto al secondo. Insomma, numeri davvero impressionanti che ci dimostrano quanto reale e virtuale siano strettamente connessi tra loro. A sostenere l’iniziativa quattro organizzazioni diverse per ambito d’azione, ma convergenti per mission e cornice di obiettivo: la Fondazione Mondo Digitale, ActionAid Italia, Comunità di Sant’Egidio e Parole O_Stili.

Google ha deciso di sostenere ulteriormente l’iniziativa facendo intervenire il capo di Google.org EMEA & APAC Rowan Barnett. “Credo molto nell’opportunità che offre la tecnologia e sono ottimista a riguardo. Penso che la pandemia abbia dimostrato l’importante ruolo della tecnologia nel quotidiano di tutti noi; ne sono esempio i lavoratori che hanno iniziato lo smart working, gli insegnanti con la didattica a distanza, la possibilità di ciascuno di connettersi per seguire conferenze e soprattutto l’opportunità di tenersi in contatto con gli amici e i parenti” ha spiegato lo stesso Barnett.  (min 4,12-9,50)
Allo stesso tempo, però, ha fatto notare, che per i bambini che hanno cominciato a trascorrere più tempo online stava nascendo un rischio causato dalla circolazione di contenuti inappropriati.

In questo senso Google ha deciso di supportare in Italia le campagne e i progetti sulla tutela in rete, rispondendo ad una delle più grandi sfide del 2021- garantire la sicurezza di navigazione- all’interno dei più generali progetti di educazione digitale.

A rappresentare la Fondazione Mondo Digitale è stata Mirta Michilli, co-fondatrice e direttrice generale. L’organizzazione si impegna a far sì che i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie siano rivolti a tutti, con un contestuale rafforzamento che, secondo la Michilli, deve interessare le comunità locali.

Il progetto Social Hosting Hub si propone, dunque, di accompagnare i giovani in un azione di pratica esperienziale. Di questo ha parlato Katia Scannavini di Actionaid, affermando che l’associazione sosterrà con passione il progetto, intervenendo nelle scuole in maniera concreta per ristabilire i paradigmi di comunicazione e di convivenza collettiva. Anche Rosy Russo, presidente e fondatrice di Parole O_Stili, ha manifestato la propria vicinanza ai giovani che imparano a conoscere il mondo online, evidenziando che questa può rappresentare, soprattutto per gli adulti,  una possibilità di comprensione di un virtuale che si sovrappone sovente al reale.

Tra i partner ad appoggiare Social Hosting Hub c’è infine la comunità di Sant’Egidio, che ha scelto – secondo le parole del direttore del settore giovani Stefano Orlando– di concentrarsi sul tema della solitudine che sta progressivamente avanzando, della solidarietà che aiuta ad allenare un’empatia che, a volte, si atrofizza nel mondo digitale e della scuola il luogo per eccellenza in cui diventare adulti.

A conclusione dei lavori è intervenuta la ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano con un augurio che non interessa solo il raggiungimento degli obiettivi prefissati, bensì la nascita di una strategia complessa e non certamente semplice per iniziare a colmare quel gap di responsabilità e di competenze che oggi la rete esprime sia pure tra mille potenzialità.