Al via l’accordo nippo-australiano per la produzione dell’idrogeno verde

a cura di Michelle Guzzo

Giappone e Australia si preparano a diventare le prime due super potenze per la produzione e la gestione dell’idrogeno verde. Le imprese giapponesi Kawasaki e Iwatani, hanno recentemente stretto un accordo con la società australiana Fortescue per creare insieme un business model che permetta la produzione, la trasformazione e la distribuzione di idrogeno verde liquefatto.

L’obiettivo del Giappone, attraverso il consorzio nippo-australiano, è quello di diventare la prima società a idrogeno al mondo entro il 2030, aumentando del 20% gli investimenti nel settore e facendo sì che diventi la fonte primaria di elettricità. Il progetto prevede la combustione di lignite presente nella Latrobe Valley (in Australia) e il suo trasporto in Giappone, tramite l’utilizzo delle prime navi al mondo destinate alla spedizione di idrogeno liquido.

Questa sostanza, considerata l’elemento più abbondante dell’universo e una delle fonti di energia più pulite, permette di immagazzinare elettricità, fornire carburante per le auto e calore per le abitazioni in maniera sostenibile. L’appellativo “verde” rimanda infatti alla sua modalità di estrazione dall’acqua, che in questo caso avviene tramite la corrente prodotta da una centrale alimentata da energie rinnovabili (es. energia solare o fotovoltaica), differenziandola da altre tipologie di idrogeno, come quello nero, grigio e blu.

I nomi dei colori servono quindi a definire il modo in cui viene ottenuto l’idrogeno, poiché è il tipo di sistema usato per l’estrazione che ne determina la varietà e che, di conseguenza, genera un impatto diverso di emissione di anidride carbonica.

Il vantaggio principale che viene associato all’uso di idrogeno verde come fonte di energia, è il grande contributo che potrebbe apportare ai fini della decarbonizzazione del Giappone. Per molti però, ciò sembra non essere sufficiente, perché le sfide e le difficoltà che si prospettano, appaiono più numerose e sconvenienti rispetto ai benefici. La transizione energetica verso l’idrogeno sta sollevando questioni soprattutto sul piano ambientale e logistico, in particolare riguardo i costi di produzione più elevati rispetto ai combustibili fossili, la mancanza di domanda e i numerosi ostacoli per il trasporto. Un ulteriore limite è quello legato all’incapacità di competizione delle auto a idrogeno con le auto tradizionali o elettriche, considerate molto più funzionali grazie a modalità di ricarica più semplici e dirette.

La decisione del Giappone è soltanto uno dei tanti trend che le imprese e i governi di tutto il mondo stanno mettendo in atto per cercare soluzioni più sostenibili; e per quanto ambiziose possano sembrare, rappresentano l’unica via per adottare uno stile di produzione, di consumo e di vita, meno antropocentrico e più orientato all’ambiente.

Per maggiori informazioni sull’accordo tra Giappone e Australia, clicca qui!