La parola della settimana: strategia.

a cura della Redazione

Strategia. È da un po’ di tempo che questa parola ricorre spesso, negli ambienti più disparati, come vero e proprio elemento salvifico per modificare il tono e la portata di un presente non troppo efficiente.

Peccato che accanto a questa parola ricorra meno la parola obiettivo che indica (dovrebbe indicare) il fine verso cui la stessa strategia è diretta; ciò che si vuole cogliere rispetto alle contingenze/ potenzialità/criticità del presente.

Il risultato di questo trend è, spesso, un claim formale e per nulla impattante che si limita a denunciare l’inadeguatezza del presente senza, tuttavia, sottoporsi ad un esercizio faticoso di analisi per comprendere la natura del problema, oltre alla sua presenza.

Occorre, dunque, in molti degli ambiti praticati restituire alla strategia il suo effettivo grado nell’organigramma del processo comunicativo, in una posizione naturalmente sottoposta agli obiettivi e dunque a quella analisi interna ed esterna che ogni organizzazione complessa compie nel momento in cui sente il bisogno (è costretta) a porre dei cambiamenti.

Dalla definizione fatta degli obiettivi dipenderà la strategia, in ogni sua forma e in ogni suo momento affermarne la presenza ed urgenza prima di aver definito gli obiettivi è un esercizio di pura retorica, intellettualmente vigliacca e operativamente inefficace.

Buona, forse, per una bella figura a breve termine ma assolutamente inutile in un ottica di crescita organizzativa.