26 Mar SocialTruth – L’intervista a Giovanni Parise, direttore tecnico del Gruppo Adnkronos.
di Stefano Ricci
Le fake news rappresentano un grave problema, oggi ancor più di ieri. Ma come stiamo combattendo questo fenomeno ed a quali strumenti si sta lavorando? La risposta è SocialTruth. Ed a raccontarcelo è Giovanni Parise, direttore tecnico del Gruppo Adnkronos.
1. Innanzitutto, perché avete sentito l’esigenza di un progetto come SocialTruth?
R. L’iniziativa nasce per rispondere ad una call dell’Unione Europea che tramite il suo programma Horizon2020 incentiva e finanzia progetti innovativi specificatamente quelli orientati allo sviluppo di tecnologie finalizzati a ridare competitività alla aziende ICT (e relazionate) Europee. Il progetto SocialTruth è stato ideato e promosso dal ICCS -Institute of Communication and Computer System, una branch dell’Università Tecnica Nazionale di Atene (NTUA). I ricercatori e professori del ICCS hanno selezionato e coinvolto alcuni tra i principali attori a livello europeo per sviluppare un progetto che ha come finalità quella di realizzare un sistema che possa analizzare e validare le notizie che circolano attraverso la rete – sia Internet sia social – e creare un ranking delle notizie che possa aiutare l’utente a valutare l’effettiva veridicità delle notizie.
Il Gruppo Adnkronos partecipa al progetto con due delle sue componenti: da un lato, l’agenzia di stampa AdnKronos, attraverso i suoi giornalisti, per definire i casi di studio e, successivamente per poter testare l’effettivo uso e affidabilità del sistema, non appena pronta una versione beta del motore; dall’altro Adnkronos Comunicazione – agenzia di comunicazione del Gruppo – per curare tutte le attività di divulgazione sul progetto a livello europeo.
Il progetto è stato approvato dalla Commissione UE che lo ha finanziato con circa 2,5 milioni di euro e durerà tre anni: oggi siamo circa a metà cammino. Il consorzio di SocialTruth comprende partner appartenenti a 6 paesi europei, in particolare annovera fra le sue fila: tre rinomati istituti di ricerca – ICCS – Institute of Communications and Computer Systems (Atene – GR), UTP – University of Sciences and Technology (Bydgoszcz – PL), LSBU – London South Bank University (Londra – UK); tre partner tecnologi e sviluppatori di software – Thales (Parigi – FR), Expert System France (Parigi – FR) e Qwant (Parigi – FR) insieme a due società di consulenza gestionale – Tecoms (Roma – IT) e Zanasi & Partners (Modena – IT); due importanti gruppi editoriali – Adnkronos (Roma – IT) e DeAgostini Scuola (Roma – IT); e InfocoCons (Bucarest – RO), un’organizzazione di consumatori.
Adnkronos ha subito sposato l’iniziativa perché cosciente di quanto sia forte, in questi ultimi anni, la necessità di creare dei sistemi che possano garantire la veridicità dell’informazione e contrastare fenomeni come le fake news, la disinformation (false notizie) e la misinformation (notizie poco accurate e confondenti), così frequenti nella Rete.
2. In che modo SocialTruth analizza, gestisce e governa il flusso delle informazioni?
R. Il motore prevede l’utilizzo di tecnologie semantiche di riconoscimento del linguaggio, analisi dell’integrità delle immagini ed utilizzo continuo di metodologie di machine learning, per l’autoapprendimento migliorativo del sistema stesso. Sarà quindi possibile confrontare la specifica news per poterne dare una valutazione in base al suo contenuto e assegnare un punteggio – anche visivo tramite colori dal verde al rosso – che possa definire il grado di attendibilità. Le notizie così verificate saranno memorizzate in un sistema di blockchain, che le renderà consultabili e immodidificabili.
3. In che modo il comune utente può usufruire di questo servizio nella quotidianità?
R. Il prodotto finale sarà un “digital companion” ossia un componente aggiuntivo (plug-in) che potrà essere installato direttamente sul proprio browser, che analizzerà la pagina che si visita assegnandole un grado di attendibilità riconoscibile anche attraverso un bollino colorato.
4. Che tipo di impatto può avere SocialTruth nel contrasto alle fake news?
R. Ciò che tutti noi del consorzio ci auguriamo, è che il nostro motore possa realmente dare un contributo significativo al contrasto delle fake news. Spesso quando si cercano informazioni in Rete ci si sofferma sui primi risultati restituiti dai motori di ricerca, ma altrettanto non si considerano le fonti dalle quali provengono. SocialTruth vuole cercare di rendere più sicura e affidabile l’informazione analizzando le singole pagine e dando un ranking di affidabilità della notizia valutando numerosi fattori tra cui anche l’attendibilità della fonte. Con questo sistema, quindi, auspichiamo che gli utenti potranno distinguere in maniera più netta il valore dei contenuti in cui si imbattono ed essere quindi correttamente informati e non deviati da notizie costruite ad arte e non utili a fornire valide informazioni.
5. Uno dei problemi più rilevanti sul tema della consultazione digitale è quello dell’analisi critica rispetto ai contenuti che rinveniamo in rete, e questa criticità è ancora più acuita in un pubblico nativo digitale. Come ritiene che questo progetto possa impattare rispetto ad un dato sempre più quotidiano e sempre più diffuso?
R. Il problema è proprio questo: come dicevo prima, spesso ci si sofferma sui primi risultati che si trovano in Rete e ciò è sicuramente un problema ancor più forte tra i giovani che spesso si informato tramite social networks e danno più credibilità a post di amici o conoscenti che non a testi redatti da fonti ufficiali o autorevoli. Il “digital companion” riporterà una votazione e contrassegnerà il record con un bollino colorato – rosso o verde – a seconda del livello di attendibilità. Grazie a questo codice colore di facile intuizione ed elevata visibilità speriamo si possa invitare i navigatori a riconsiderare la notizia che stanno leggendo e orientarsi verso siti che abbiano un pallino verde. In questo modo il contributo del nostro motore sarà quello di allontanare i lettori da siti e pagine che riportano informazioni errate o non veritiere verso fonti che offrono una informazione più solida e corretta.
(Il gruppo SocialTruth e Giovanni Parise)