Il boato del Coronavirus

di Sara Degl’Innocenti

Poniamo oggi la nostra attenzione sul caso del Coronavirus o 2019 n-Cov, il quale – come accade per ogni epidemia, potenziale o reale – ha generato nelle ultime settimane un’incontrollabile ondata di panico accompagnata da una risonanza mediatica, culturale, finanziaria altrettanto assordante.

Il cosiddetto nuovo Coronavirus – appartenente allo stesso ceppo di virus che fu responsabile delle epidemie SARS nel 2002 e MERS nel 2012 – è responsabile di patologie che provocano infezioni respiratorie nell’uomo – potenzialmente letali – sotto forma di polmoniti e bronchiti.

Il contagio – iniziato da un caso di polmonite sospetta a fine 2019 – ha avuto il suo epicentro nella città di Wuhan – capoluogo dell’Hubei– dalla quale si è poi diffuso, provocando, nel momento in cui si pubblica il presente testo, la morte di 479 persone con più di ventimila casi confermati.

Al di là dei numeri e degli aspetti prettamente clinico-epidemiologici, il Coronavirus – in un mondo iperconnesso e globalizzato come il nostro- ha innescato conseguenze importanti in diversi settori, da quello finanziario a quello commerciale e dei trasporti – con la sospensione di voli internazionali – provocando un consistente rallentamento dell’economia globale e mobilitando i Governi all’introduzione di azioni per la mitigazione del rischio.

Dal punto di vista comunicativo, la gravità della situazione non è da meno, in quanto quotidianamente ruota attorno al Coronavirus una consistente produzione di falsa narrativa relativa a teorie che spaziano dal complotto alla produzione di armi batteriologiche fino ad arrivare sul Web dove dilagano cure infondate o spiegazioni razziste che rischiano di generare ulteriore paura con conseguenze anche sociali che non è possibile prevedere in termini di impatto.
Lo scenario attuale dimostra, in maniera dolorosamente ampia e trasversale, le connessioni, spesso visibili, altrettanto spesso intuibili, ma pur sempre presenti che dominano il tempo che stiamo percorrendo. Il boato del Coronavirus è un monito che ci avverte sulla necessità di una narrazione che sia attenta, competente e responsabile. Consapevole degli effetti che può realizzare non solo se declinata in malafede ma ancor di più se veicolata con disattenzione, come acutamente osservato dal Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna, nel comunicato ai giornalisti “Per una scrupolosa verifica delle fonti“.