Agenda-setting in caso di crisi: alleato o nemico?

di Stefano Ricci

Ogni organizzazione, e di conseguenza ogni professionista della comunicazione, dovrebbe conoscere i principi dell’agenda-setting, ovvero le modalità con cui si decide la rilevanza delle informazioni, individuando i soggetti più influenti e credibili e le modalità più efficaci per interagire con questi ultimi.

Le sfaccettature di questo ambiente sono pressocché infinite, ma quella che abbiamo trovato più interessante e di cui vogliamo parlarvi in questo articolo riguarda l’importanza del metodo in relazione alla comunicazione di crisi. Infatti, saper comprendere lo scenario dei media con una visione di lungo periodo può, in alcuni casi, mitigare gli effetti di una crisi conclamata, o addirittura prevenirla. Questo perché i media svolgono, per loro natura, la funzione di amplificatori: se parlano di una notizia, la percezione del pubblico è, spesso, che quell’informazione sia più rilevante di altre. E sappiamo bene che, oggi anche più di ieri, le notizie “brutte” sono più appetibili di quelle belle per i mezzi di informazione di massa. Ricordiamo quest’ultimo concetto per dire che se non abbiamo costruito nel tempo una relazione efficace tra organizzazione, media e pubblico, quella stessa organizzazione verrà affossata nel momento del bisogno, in cui il suo stato di salute è più fragile. Invece, come si legge nelle pagine de La leadership comunicativa, otteniamo un risultato ben diverso se riusciamo a costruire una reputazione salda attorno all’organizzazione nel medio-lungo periodo. Dunque, se siamo stati presenti nell’agenda-setting dei media in maniera costante e, soprattutto, rilevante, creando valore per i nostri pubblici, fornendo loro non solo mera pubblicità ma qualcosa che corrisponda alle loro reali aspettative.

Come spesso abbiamo scritto, anche in questo caso la chiave che può trasformare lo scenario da negativo a positivo, è la costruzione di relazioni solide, sincere e coerenti capaci di resistere anche all’usura del tempo e della contingenza. Un agire che si contrappone in maniera netta a quello di unidirezionale scambio interessato che troppo spesso, a nostro avviso, viene preferito al primo per via di un guadagno (reputazionale e di consenso) sicuramente più immediato ma altrettanto certamente destinato a sgretolarsi in breve tempo.

 

Fonti:

Emilio e Clementina Galli Zugaro – La leadership comunicativa

Philip Kotler – Marketing Management