Tik Tok-Una social-minaccia?

di Sara Degl’Innocenti

Tik Tok– apparso già tra le pagine di Comm To Action – torna sotto i riflettori della cronaca dopo il divieto imposto ai soldati dell’esercito americano di utilizzare il social network, ritenuto una minaccia cibernetica.
Appurata, infatti, la vasta diffusione di Tik Tok – a livello globale e con un’ampia diffusione tra i più giovani – la preoccupazione espressa dal portavoce U.S Army, tenente colonnello Robin Ochoa, in un’intervista rilasciata a Military.com è che la piattaforma – attraverso la notevole capacità di profilazione operata sulle informazioni degli iscritti – possa costituire un pericolo per la sicurezza del Paese e delle proprie forze di difesa.

Il Pentagono, infatti, teme che il social – di proprietà di ByteDance con sede a Pechino – possa abusare dei dati raccolti al fine di profilare anche i militari americani e inviare le informazioni raccolte su di loro in Cina, dove potrebbero essere utilizzate per potenziali attività di spionaggio.
Così Tik Tok – utilizzato fino a pochi mesi fa dall’Esercito americano per reclutare nuove leve appartenenti alla cosiddetta Generazione Z – è finito sotto indagine da parte del Comitato sugli investimenti esteri negli Stati Uniti che sta cercando di appurare se il governo cinese stia effettivamente raccogliendo i dati e, dunque, esercitando un controllo sui contenuti pubblicati dagli utenti.
Il social network, in sua difesa, ha prontamente sottolineato come i servizi di raccolta di informazioni personali di utilizzo dell’applicazione e geolocalizzazione siano operazioni standard– utilizzate anche da tutti gli altri social – e che i dati sono conservati esclusivamente tra Stati Uniti e Singapore, due stati non soggetti quindi alla giurisdizione cinese e a possibili controlli governativi.

La giustificazione di Tik Tok non è però risultata sufficientemente adeguata per i vertici della Difesa americana che proprio per non incorrere in pericoli di spionaggio hanno vietato l’utilizzo dell’applicazione sui dispositivi di proprietà del governo e aperto un’indagine per fare maggiore chiarezza.

Solo il tempo a questo punto potrà dire se la scelta dei vertici militari americani sarà una semplice precauzione o, al contrario, una vera e propria difesa verso un pericolo concreto.